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Stellantis rompe con Orano per batterie e auto elettriche

Stellantis e Orano interrompono la joint venture che avrebbe permesso di riciclare batterie.

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Secondo quanto è stato riportato da Reuters è arrivato lo stop alla joint venture tra Stellantis e Orano, società che si occupa principalmente di nucleare. La joint venture era nata allo scopo di avviare processi di riciclaggio delle batterie delle auto elettriche. La notizia dell’interruzione della collaborazione e dei progetti futuri arriva da un comunicato congiunto da parte delle due aziende. Joint venture che si sarebbe dovuta occupare di smaltire batterie e scarti di produzione sia provenienti dalle gigafactory europee sia da quelle del Nord America di proprietà di Stellantis.

Secondo il memorandum firmato in passato dalle due aziende, l’accordo avrebbe dovuto iniziare a produrre effetti concreti – con l’avvio delle operazioni di riciclo – già dal 2026. Continua dunque una sorta di maledizione che continua a colpire il settore dell’auto elettrica non solo in Europa, ma su scala globale. Soltanto ieri è arrivata infatti la notizia dei licenziamenti da parte di Northvolt, azienda che puntava a diventare il punto di riferimento in Europa e altrove per la produzione proprio di batterie.

Un comunicato scarno chiude la partnership

Il comunicato è invero particolarmente scarno e parla di Stellantis e Orano che avrebbero deciso di interrompere la joint venture che avrebbe permesso ai due gruppi, congiuntamente, di riciclare sia batterie dei veicoli elettrici a fine vita, sia gli scarti di produzione. Per il momento tra le due aziende rimangono comunque buoni rapporti, con la porta per nuove collaborazioni commerciali che rimarrebbe aperta.

All’interno dell’accordo ci sarebbe stato poi l’accesso diretto di Stellantis a diversi dei prodotti che Orano tratta sulle piazze internazionali e che sono particolarmente rilevanti per la produzione di batterie per le auto elettriche, come cobalto, litio e nickel. Non è chiaro per il momento se a far saltare la joint venture sia stata la proiezione di una domanda decrescente per quanto riguarda le auto elettriche, che avrebbe inevitabilmente finito per ridimensionare le richieste di Stellantis. Stellantis che tra le altre cose sta perdendo quote di mercato in Europa anche nel comparto delle auto elettriche, comparto che è già in forte sofferenza e che è diventato già un caso politico, dato che l’elettrificazione del parco auto europeo è uno degli obiettivi principali in tema ambientale per l’Unione Europea.

Senza incentivi non si cantano messe?

È questo quanto sta emergendo non solo in Italia e Francia, ma anche in Germania, dove tutti i grandi gruppi storici dell’auto sembrerebbero essere in estrema difficoltà per un settore dove la domanda, esauriti incentivi e backlog che si trascinava dal COVID, sembrerebbe essere sparita.

Con i governi che – complice anche la crisi degli ultimi anni – sono costretti a celebrare nozze con i proverbiali fichi secchi – sarà difficile vedere evoluzioni in termini di incentivi. La strada intrapresa è quella dei dazi verso i più economici veicoli cinesi, dazi che pur ostacolando l’arrivo di auto elettriche da Pechino e dintorni, non può certamente inventare domanda dal nulla.

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