Stipendio, al nord è più alto del 35% rispetto a quello del sud

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Written by Pierpaolo Molinengo
Attivo come autore dal 1989, si è iscritto all'albo nel 2002, quando ha iniziato ad occuparsi di economia, concentrando dapprima i suoi studi sul mercato immobiliare, fisco e mutui per poi allargare il suo focus sui mercati emergenti e sui rapporti Usa-Russia.
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Lavorare al nord permette di avere uno stipendio più alto che al sud. Nelle città settentrionali i lavoratori percepiscono mediamente una retribuzione giornaliera lorda pari a 101 euro, mentre quelli meridionali ottengono solo 75 euro. I primi, in altre parole, riescono a portare a casa uno stipendio più pesante del 35%.

A fare il punto della situazione è l’Ufficio Studi Cgia di Mestre, che ha messo in evidenza che questa differenza è dovuta, principalmente, alla produttività nel lavoro: al nord, infatti, risulta essere superiore del 34% rispetto a quella registrata nel sud. Volendo cercare di capire quali siano le differenze a livello regionale, scopriamo che in Lombardia i lavoratori dipendenti percepiscono una retribuzione annua lorda che, in media, oscilla intorno a 28.354 euro. In Calabria si ferma a metà di questa cifra: 14.960 euro. La produttività sul lavoro, nel primo caso, è pari a 45,7 euro per ora lavorata, nel secondo si ferma a 29,7 euro.

Al nord lo stipendio è più alto

L’ufficio studi della Cgia di Mestre è arrivato a questa conclusione basandosi sui dati dell’Inps e dell’Istat. Numeri che mettono in evidenza quali siano gli squilibri retributivi presenti nel nostro paese, che arrivano a determinare una vera e propria contrapposizione tra nord e sud e tra aree urbane e quelle rurali. 

In varie occasioni le parti sociali hanno provato a risolvere questo problema, arrivando ad abolire le gabbie salariali nel corso dei primi anni ‘70 del secolo scorso ed introducendo il Ccnl, ossia il contratto collettivo nazionale del lavoro.

La sua applicazione, però, è riuscita solo in parte a risolvere il problema e a dare gli effetti sperati. Le disuguaglianze salariali tra le varie parti dell’Italia sono sostanzialmente rimaste. E, purtroppo, in molti casi sono addirittura aumentate, anche perché imprese medio-grandi, i gruppi finanziari/assicurativi/bancari, le utility nella maggior parte dei casi sono ubicate proprio nei paesi del nord italia.

Grazie alla contrattazione centralizzata, benché le disuguaglianze salariali nel nostro paese non manchino, le differenze intra-settoriali risultano essere più contenute rispetto a quelle di altri paesi. La scarsa diffusione della contrattazione decentralizza – come avviene, per esempio, in Germania – non permette di agganciare l’andamento degli stipendi all’inflazione e ai livelli di produttività locale.

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