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Sud Africa quadruplica import di pannelli solari dalla Cina

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Durante la prima metà del 2023, mostrano i nuovi dati ufficiali, il Sud Africa ha quadruplicato le sue importazioni di pannelli fotovoltaici dalla Cina. La nazione africana sta da tempo lottando contro una situazione molto difficile, con continui blackout e energia razionata durante molte ore del giorno. La situazione è un grosso ostacolo alla crescita economica del paese, che nel frattempo continua a rinsaldare i suoi legami con il gruppo BRICS. Le importazioni effettuate a nome della società elettrica nazionale sudafricana hanno raggiunto i 3,4 GW di pannelli fotovoltaici nel primo semestre del 2023, in impennata rispetto agli anni passati.

Il Sud Africa è solo una delle tante nazioni che continua a dipendere fortemente dalle importazioni per il suo fabbisogno di pannelli fotovoltaici. Secondo uno studio del think tank inglese Ember, complessivamente l’export cinese di fotovoltaico è aumentato del 30% nel primo semestre di quest’anno. Complessivamente la Cina avrebbe esportato pannelli fotovoltaici per una capacità produttiva totale di 114 GW: malgrado il tentativo americano di rimanere al passo, non si può negare che i prodotti cinesi rimangano i più richiesti nel mondo. Con buone caratteristiche di efficienza e affidabilità, unite a un prezzo molto più basso di quello che si otterrebbe con la produzione in loco, molte nazioni importano dalla Cina i pannelli di cui hanno bisogno per rimanere al passo con i propri obiettivi ambientali.

Una via di salvezza per l’energia sudafricana

Il Sud Africa aveva brillato come il polo di sviluppo economico della regione nel 2010, quando aveva ospitato i Mondiali di calcio in un episodio storico della competizione. Proprio in quell’anno la nazione si era unita ai BRICS, che fino a quel momento erano soltanto “BRIC”. Da quel momento, però, la corruzione e i problemi istituzionali del paese hanno fatto molto per eclissare la luce che si era accesa sul Sud Africa: particolarmente problematica la situazione legata alla stabilità della rete elettrica, con i cittadini che hanno dovuto fare i conti nel corso del tempo con continui blackout e problemi di razionamento. L’energia non basta, e quando basta non viene trasportata in modo efficiente.

In alcune aree del Sud Africa, i blackout accadono più volte al giorno e si può rimanere senza corrente elettrica fino a 12 ore consecutive in maniera regolare. I cittadini più abbienti hanno nelle loro case i generatori di emergenza, ma la maggior parte dei cittadini sudafricani non può permetterseli. Questo ostacolo pesa come un macigno sulla crescita economica locale, ma si spera che il fotovoltaico possa offrire una via d’uscita: offrendo la possibilità di creare reti indipendenti, spesso decentralizzate e scollegate dalla rete principale, si tratta di una forma di energia che può facilmente arrivare ad alimentare anche le aree più sperdute del paese.

L’Europa rimane la prima importatrice

Per quanto elevati siano i livelli di importazioni di pannelli solari cinesi in Sud Africa, non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelli europei. L’Europa rimane la prima destinazione per i pannelli fotovoltaici costruiti in Cina, con il 52.5% delle esportazioni dirette proprio verso il nostro paese. Il declino della produzione domestica, soprattutto in Germania, è ormai evidente: gli installatori ordinano regolarmente dall’estero, con i grandi progetti che vengono realizzati spesso con pannelli di origine cinese e gli impianti domestici che invece sono quasi sempre realizzati con pannelli fotovoltaici di origine nord-americana.

Complessivamente, oltre il 90% dei pannelli fotovoltaici importati in Europa proviene proprio dalla Cina. In questi giorni, Ursula von der Leyen ha lanciato un appello legato all’invasione di batterie al litio e veicoli elettrici provenienti dalla Cina -e mantenuti artificialmente a basso costo- in Unione Europea. Più difficile, però, sembra pensare realmente di poter competere con le importazioni di pannelli fotovoltaici: in questo caso, pare che l’Europa si stia già rassegnando.

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