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Summit Parigi, Macron: serve uno shock finanziario globale

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Si è aperto oggi il Summit di Parigi, l’evento più atteso della settimana dagli economisti. La capitale francese ospita in questi giorni 40 leader mondiali, che si sono riuniti con un chiaro obiettivo: trovare delle linee guida chiare e condivise che permettano a un nuovo sistema finanziario globale di emergere, per risolvere i problemi posti dalla contemporaneità. Problemi che riguardano in primis lo sviluppo delle nazioni più povere, il cambiamento climatico e il clima di tensione che si è creato dopo l’invasione dell’Ucraina. Il Presidente francese Macron ha aperto l’evento con un discorso inaugurale in cui sono emersi dei punti molto importanti: ci si aspetta che nei prossimi giorni, da queste parole si passi a impegni concreti.

Anche se Macron ha chiaramente parlato di non voler stravolgere l’ecosistema finanziario internazionale, un cambiamento è nell’aria. Serve un nuovo quadro di riferimento dopo la pandemia, uno che riesca a inquadrare la diversità dei percorsi di sviluppo e la necessità di presentare un fronte unito contro il cambiamento climatico. Per la prima volta dallo scoppio della pandemia e della guerra in Ucraina, si tiene un evento in cui i massimi rappresentanti del mondo Occidentale e Orientale si incontrano per discutere di misure concrete. Il premier francese ha addirittura parlato della necessità di uno shock finanziario globale, facendo intendere l’importanza di questo evento.

La capitale francese ospiterà due giorni di importanti conversazioni sul futuro del sistema finanziario globale

Macron apre sottolineando i temi da discutere

Il discorso di Macron, dopo aver accreditato e ringraziato i leader mondiali per la loro presenza, si è spostato sui temi importanti di cui i leader mondiali dovranno discutere nel corso dei prossimi giorni. Il suo intervento ha sintetizzato quattro punti, su cui ci si aspetta di instaurare un clima di collaborazione internazionale prima che il Summit si concluda:

  1. Permettere a ogni nazione in via di sviluppo di non dover scegliere tra la povertà e l’intervento contro il cambiamento climatico;
  2. Aumentare l’impegno delle istituzioni finanziarie internazionali, come il FMI e la Banca Mondiale, a supporto delle nazioni più in difficoltà;
  3. Favorire un percorso di sviluppo che rispetti la cultura e il profilo di ogni nazione, senza dover imporre un “modello classico” a tutti i paesi;
  4. Aumentare il coinvolgimento del settore privato in queste iniziative, favorendo un flusso di investimenti che possa aiutare a risolvere in modo efficiente le sfide dell’economia globale.

Subito dopo la chiusura del discorso, la parola è passata all’attivista ugandese Vanessa Nakate che ha chiesto di rispettare un minuto di silenzio per tutte le persone vittime di disastri nel mondo. Ha poi criticato l’industria dei combustibili fossili, dicendo che questa promette sviluppo alle comunità locali dove vengono estratte le materie prime ma che i flussi di cassa vanno poi nelle mani di nazioni sviluppate e azionisti di queste società.

Domani sarà la seconda e ultima giornata ufficiale del summit, in cui ci si attende che vengano prese delle decisioni concrete da parte dei capi di stato

Banca Mondiale e FMI rispondono all’appello

Sono tanti gli sviluppi che ci si attende nel corso dei prossimi giorni, ma alcuni sono già arrivati. La Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale hanno già deciso di aumentare il proprio impegno a supporto delle nazioni in crisi. Questo messaggio arriva proprio mentre nazioni come il Kenya, il Pakistan e l’Argentina si trovano sull’orlo del collasso finanziario e mentre Turchia e Siria fanno i conti con gli ingenti danni causati dal terremoto di febbraio.

Di fronte a decine di capi di Stato, tra cui il Presidente del Brasile Lula e il Primo Ministro cinese Li Qiang, le principali istituzioni finanziarie internazionali hanno annunciato impegni concreti. Il Fondo Monetario Internazionale ha anche celebrato il traguardo di aver messo a disposizione $100 miliardi per i paesi che stanno affrontando situazioni di crisi, a partire da quelli africani. Nel frattempo, il Presidente della Banca Mondiale Ajay Banga ha messo sul tavolo un pacchetto di misure per favorire le nazioni alle prese con emergenze; a queste saranno concesse pause nel pagamento dei propri debiti per permettere di dirottare le risorse verso la gestione delle emergenze stesse.

Allo stesso tempo, però, non ci sono ancora state discussioni sulla possibilità di stralciare debiti di alcune nazioni particolarmente in sofferenza. La Cina ha chiesto al FMI e alla Banca Mondiale di farsi carico di una parte delle minusvalenze, ma le economie avanzate si oppongono a questa possibilità.

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