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Europa: mercati prezzano 6 tagli in meno di 18 mesi
Almeno sei tagli da qui a fine 2025. E questo quello che stanno prezzando i mercati europei, per una situazione che continua a destare una certa preoccupazione e che è dovuta anche ad un’economia europea che ormai sembrerebbe aver gettato definitivamente la spugna. Europa che boccheggia e che non può neanche permettersi quei dubbi che negli USA sono invece dettati da un PIL che tiene ancora.
Si sarebbe pertanto nella situazione ideale per le colombe che hanno diritto di voto in seno a BCE per quanto riguarda le decisioni di politica monetaria, colombe che sono in larga parte rappresentate dai paesi in maggiore difficoltà economica – storicamente e anche attualmente – a partire dall’Italia, con Panetta che ha già chiesto in passato un percorso di tagli più graduale e che accompagni lentamente verso il ritorno alla normalità.
Almeno 6 entro fine 2025: uno ogni 3 mesi
Sono stime molto audaci quelle che stanno prezzando i mercati europei: scendere di almeno 6 per 25 punti base, e dunque dell’150% in termini netti sui tassi di interesse di riferimento. Un’opzione che potrebbe piacere ai mercati e che sembrerebbe essere a questo punto l’unica in grado di ravvivare un’economia europea che soffre, a partire dalla sua (ex?) locomotiva tedesca.
Una situazione degna di tutte le attenzioni del caso e che sembrerebbe essere radicalmente diversa da quella degli Stati Uniti, dove invece la crescita economica è ancora presente e base di argomentazione per rimanere ancora in territorio pienamente restrittivo per quanto riguarda le politiche monetarie.
Alla luce dei dati attuali, ha anche avuto senso il primo taglio arrivato a Francoforte prima che a Washington, con Federal Reserve che però potrebbe quantomeno pareggiare i conti già il 18 settembre, quando il FOMC sarà chiamato a decidere tra i 25 punti base e i 50 punti base di tagli.