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Tanzania: Progredisce il progetto GNL da $30 miliardi
I negoziati per la costruzione di un terminale di gas naturale liquefatto (GNL) da 30 miliardi di dollari tra la Tanzania, la norvegese Equinor (EQNR.OL) e la britannica Shell (SHEL.L) sono stati completati e sono in corso i preparativi contrattuali, ha affermato il ministero dell’Energia della Tanzania.
Lo sviluppo delle vaste risorse di gas offshore della Tanzania è stato bloccato per anni a causa di ritardi normativi.
Lo scorso giugno, tutte e tre le parti coinvolte hanno firmato un accordo volto ad avvicinare l’avvio della costruzione del progetto. Il governo mira a raggiungere una decisione finale di investimento nel 2025 per la struttura.
I progressi del progetto
La Tanzania ha compiuto notevoli progressi con il suo progetto di gas naturale liquefatto (GNL) da 30 miliardi di dollari. Il piano è stato lanciato nel 2016 e dovrebbe trasformare la Tanzania in un importante esportatore di LNG in Africa e nel mondo.
Il programma è guidato dalla compagnia energetica statale tanzaniana, la Tanzania Petroleum Development Corporation (TPDC), in collaborazione con la compagnia energetica britannica BG Group, la compagnia petrolifera norvegese Equinor e la compagnia energetica Royal Dutch Shell.
Il sito del terminale si trova nella città di Lindi, sulla costa meridionale della Tanzania, dove sono stati scoperti importanti giacimenti di gas naturale.
Finora gli ostacoli normativi hanno pesato sui piani GNL, ma i progressi con i colloqui danno speranza alla Tanzania e alle major di poter iniziare a monetizzare le enormi risorse di gas offshore entro il 2030.
La prima fase del progetto prevede la costruzione di una centrale elettrica alimentata a gas a Kinyerezi, vicino alla capitale, Dar es Salaam. La centrale avrà una capacità di generazione di 240 megawatt e sarà alimentata dal gas naturale del giacimento di Mnazi Bay.
La seconda fase prevede la costruzione di una fabbrica di GNL che dovrebbe avere una capacità di produzione di 10 milioni di tonnellate all’anno. La costruzione della fabbrica dovrebbe iniziare entro il 2022.
Tuttavia, l’ipotetico nuovo terminale di GNL della Tanzania ha anche suscitato alcune preoccupazioni tra gli ambientalisti. Il progetto potrebbe avere un impatto negativo sull’ambiente, in particolare sulla flora e la fauna marine, ma anche sulla vita delle comunità costiere che dipendono dalla pesca e dal turismo.
Il governo tanzaniano ha promesso di attuare misure per mitigare gli effetti negativi sull’ambiente e sulle comunità locali.
L’importanza del progetto per la Tanzania
Il paese dell’Africa orientale, i cui cittadini sono impantanati nella più assoluta povertà, sta cercando freneticamente di sbloccare fino a 30 miliardi di dollari in investimenti stranieri nel redditizio settore del petrolio e del gas, almeno prima delle elezioni generali del 2025.
Con una stima di 57.700 miliardi di metri cubi di riserve di gas naturale, la Tanzania presenta anche enormi opportunità per gli investitori nei settori del petrolio e del gas naturale e per le persone che beneficiano delle risorse.
Funzionari governativi hanno affermato che la vendita di GNL nel mercato internazionale dovrebbe generare enormi entrate per la nazione di oltre 62 milioni di persone che ha spesso grossi deficit nei suoi budget annuali.