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Bond su, dollaro giù: i mercati pensano a soli 25 punti base? Soft landing in vista entusiasma le piazze
Dal DXY un segnale chiaro: ci si aspetta un percorso più lento per il taglio dei tassi negli USA.
Tutto è bene quel che finisce bene. O meglio, tutto sarebbe più che buono se il ciclo dovesse chiudersi qui. Tra trimestrali più che ok e dati macro che quantomeno non spaventano, negli USA i mercati hanno iniziato a prezzare la possibilità che si arrivi a fine anno in modo tranquillo, mettendo sul tavolo, per quanto minoritaria, anche la possibilità che da due tagli si passi a uno. Tutto grasso che cola però, almeno rispetto alle condizioni economiche che si aspettavano tanto Federal Reserve quanto i mercati.
Dollaro relativamente fiacco, bond che tirano perché vedono un rallentamento dei tagli. Una situazione che in pochi durante l’estate avrebbero potuto immaginare e che già la settimana scorsa sarebbe apparsa come assurda. Prima però di poter parlare della possibilità di avere un solo taglio, sarà necessaria una breve ricognizione sul mondo che sarà da qui alle elezioni negli USA, in particolare in termini di dati macro.
Lavoro e PIL per confermare il possibile soft landing?
A conti fatti, per non avere un taglio durante la prossima riunione del FOMC, quella del 7 novembre, ci vorrebbero dati molto positivi da qui a quel giorno. I fattori di cui tenere conto saranno quello del PIL USA, in arrivo entro fine mese, e quelli dal mercato del lavoro.
Ci sono da scongiurare due bestie nere: la prima è quella che vuole una recessione praticamente alla fine di qualunque ciclo di tassi al rialzo. La seconda è quella di una disoccupazione che storicamente non si muove mai per vie laterali, ma che segue un trend – trend che sarebbe dovuto già diventare rialzista.
Staremo a vedere: per ora l’entusiasmo sui mercati risk on sembrerebbe esserci. Ma è altrettanto vero che il sentiment, durante questa ultima fase del ciclo, ha la tendenza a cambiare molto rapidamente di fronte al minimo dato non conforme. Sarà un cammino lungo di avvicinamento al 7 novembre. E anche al 5, con le elezioni che potranno orientare diversi degli atteggiamenti dei mercati.