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TikTok, per evitare il ban negli USA si valutano acquirenti

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Fonti interne hanno dichiarato al NY Post che TikTok starebbe vagliando potenziali acquirenti, nel tentativo di evitare la messa al bando negli Stati Uniti. La popolare app di video brevi ha già conquistato il pubblico americano, ma l’amministrazione Trump aveva già minacciato di proibirne l’uso negli Stati Uniti. Ora l’amministrazione Biden sembra star seguendo la stessa direzione: il problema è sempre lo stesso, cioè la proprietà cinese dell’app e il timore che dati sensibili vengano trasmessi al Partito Comunista Cinese.

Le fonti del NY Post non hanno fornito ulteriori dettagli, ma è noto che ci furono delle trattative tra Oracle e Walmart per acquisire TikTok quando la situazione si presentò con Trump alla Casa Bianca. È possibile che le due aziende siano ancora interessate a rinnovare la loro offerta, che le vedrebbe entrare con forza sul mercato dei social in cui non sono ancora presenti.

Per ByteDance, la strada della vendita di TikTok potrebbe diventare presto l’unica possibile per evitare la messa al bando negli States

Le minacce di Joe Biden a TikTok

Gli scontri tra Washington e TikTok non sono una novità, ma è la prima volta che i Democratici si schierano apertamente a favore di un possibile ban negli Stati Uniti. Nei giorni scorsi, il Presidente Biden ha minacciato di rendere indisponibile il servizio negli USA nel caso in cui ByteDance si fosse rifiutata di vendere la proprietà del servizio. Si tratterebbe addirittura di una questione di sicurezza nazionale, per via dell’incertezza sull’uso dei dati che l’applicazione genera.

Notoriamente, in Cina, i rapporti tra il governo e le grandi imprese sono molto strette. La tutela della privacy è molto inferiore a quella a cui siamo abituati in Europa e negli Stati Uniti, con i dati che potrebbero finire direttamente nelle mani del PCC. Per la Casa Bianca, il rischio è eccessivo e si è disposti ad arrivare persino alla totale messa al bando.

La scorsa settimana, il Senate Intelligence Committee ha lanciato una proposta di legge approvata da entrambi gli schieramenti politici, che essenzialmente punta a eliminare o ridurre drasticamente l’uso di tecnologie provenienti da sei nazioni considerate “pericolose” per gli Stati Uniti: Cina, Russia, Venezuela, Corea del Nord, Cuba e Iran. Tra queste sei nazioni, è evidente che la Cina sia quella che ha di più da offrire -e di conseguenza da perdere- sul fronte tech.

L’annuncio della possibile messa al bando ha avuto un effetto positivo sulle azioni di Meta e Snapchat

La risposta di TikTok non convince

Il management di TikTok ha risposto alle accuse della Casa Bianca dicendo che avrebbe investito $1.5 miliardi per assicurare la tutela e la privacy dei dati degli utenti statunitensi. Questi investimenti avrebbero anche avuto il fine esplicito di impedire al governo cinese di interferire con i database di TikTok e ottenere dati sul comportamento degli utenti americani.

Questa proposta non ha ricevuto alcuna risposta diretta dalle istituzioni statunitensi, lasciando pensare che sia essenzialmente declinata. D’altronde sarebbe necessaria una stretta collaborazione con le autorità di vigilanza americane per verificare se queste misure siano realmente efficaci o meno. L’amministratore delegato Shou Zi Chew dovrà ora presentarsi di fronte al Congresso la prossima settimana per rispondere alle perplessità dei legislatori: considerando quanto furono dure le udienze con Zuckerberg, Bezos e Sundar Pichai, si prevede una giornata difficile per il CEO di TikTok.

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