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Tokyo: nessuna sorpresa per i tassi venerdì. Lo yen boccheggia. L’effetto annuncio di Kazuo Ueda è esaurito!

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Venerdì sarà il gran giorno della decisione sui tassi in Giappone, una decisione che i mercati hanno già ampiamente scontato. A meno di clamorose sorprese da parte di Kazuo Ueda e dei papaveri di Bank of Japan, i tassi rimarranno invariati. Questo nonostante le pessime condizioni dello yen, che rimane ai minimi storici da più di 30 anni a questa parte nei confronti del dollaro. Una situazione che però sia Ueda, sia gli altri rappresentanti di Bank of Japan, hanno già dichiarato non essere fonte di eventuali cambiamenti di politica monetaria dalle parti di Tokyo.

I tassi dunque rimarranno invariati, con l’inflazione che rimarrà il fattore x per decidere eventuali rialzi dei tassi. In caso di avvicinamento dell’inflazione in Giappone al target del 2%, la banca centrale si riserverà di intervenire sui tassi. Per ora però si rimarrà tra lo 0% e lo 0,1%. La questione però rimane aperta: lo yen continua a soffrire in modo importante contro il dollaro USA, un USD che è diventato ormai bullo sui mercati più che bullish, aprendo a considerazioni e interventi preoccupati da parte di diverse autorità monetarie, soprattutto tra quelle dei paesi emergenti.

Venerdì nessuna sorpresa prevista

Situazione ancora critica in Giappone, ma i tassi rimarranno fermi

La situazione è grave, e a scanso di ogni tipo di equivoco, è anche seria. Lo yen si trova ancora sopra quota 152 e nello specifico su livelli che non si vedevano da ben 34 anni contro il dollaro USA. Le minacce, reiterate, da parte di Bank of Japan e del dicastero delle Finanze per ora non hanno sortito gli effetti sperati. Gli effetti annuncio d’altronde, proprio come nel caso di Pierino e il lupo, funzionano fino a un certo punto. E dopo aver ripetuto gli stessi allarmi per più e più volte, può capitare che i mercati da quell’orecchio smettano di sentirci. A poco è valsa anche la discussione in seno al G7 per quanto concerne quella che le divise in difficoltà chiamano… necessità di stabilità sui cambi valutari.

Lo yen rimane debole, ma almeno per questa volta non saranno presi provvedimenti tramite rialzo dei tassi. Questo nonostante il fatto che Kazuo Ueda, a capo di Bank of Japan, abbia comunque lasciato intendere la possibilità per il futuro di alzare i tassi, parlando però di inflazione e non di tutela dello yen.

Se tutto andrà bene però e secondo i piani di Tokyo, i mercati intenderanno tale annuncio come un richiamo all’ordine. Cosa che però per il momento, almeno fino alla pubblicazione di questo approfondimento, non sembrerebbe però aver sortito gli effetti sperati. Anzi, lo yen si aggira vicino a quota 159, qualcosa che soltanto a inizio anno anche i più pessimisti sulla divisa nazionale giapponese avrebbero considerato come assurda.

Si aspetterà ancora Godot

Godot non è arrivato neanche oggi

E non arriverà neanche venerdì, a meno di clamorose sorprese che però, almeno a nostro avviso, Kazuo Ueda avrebbe lasciato intendere poche ore fa. Tale avviso non è arrivato, sostituito dal solito vedremo di Bank of Japan che certamente non sta facendo il bene dello yen sulle piazze internazionali. Una situazione che però non è diretta responsabilità di Ueda.

La coperta è evidentemente troppo corta e nonostante le ottime riserve di valuta pregiata di Bank of Japan, si è consci del fatto che l’intervento non sarà a costo zero, anche in termini di reputazione.

Lo yen rimane però così il grande malato delle piazze Forex. E per ora vedere un’inversione di trend, quando l’effetto annuncio appare come completamente esaurito, è un miraggio per ottimisti ai limiti del fantasioso.

Staremo a vedere se Godot arriverà venerdì. Se dovessimo puntare oggi però, lo faremmo sull’ennesimo rinvio.

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