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Turchia: fase 2 per la banca centrale su riserve estere

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Forse è ancora presto per parlare di missione compiuta, ma di strada dalle ultime elezioni in Turchia, che hanno segnato anche il ritorno a politiche monetarie più ortodosse, ne è stata fatta tanta. Ultima notizia che arriva dalla banca centrale di Ankara è l’inizio della restituzione di prestiti di breve periodo a quei paesi che avevano deciso di dare una mano nel periodo di politiche monetarie restrittive e di tentativo di ricostruzione delle riserve in valuta estera pregiata. Un cammino ancora lungo, ma che comunque continua a confermare la parte di strada già attraversata.

Non è chiaro per il momento, almeno secondo le notizie che arrivano dalla Turchia, quali saranno i paesi ad ottenere il rimborso del prestito. La banca centrale turca aveva ottenuto prestiti ponte da diversi paesi, tra i quali Azerbaijan, Cina, Arabia Saudita, Qatar, prestiti ottenuti anche dopo un tour di Recep Tayyip Erdogan teso a ristabilire certi rapporti – anche in termini di capitale e di investimenti – con paesi che si erano allontanati.

Un lento ritorno alla normalità?

Non ancora, dati i livelli di prezzo della lira turca verso le principali valute estere. Per comprare un dollaro servono 33 TRY così come servono 36 – massimo storico – per comprare un euro. Tuttavia rispetto al cammino di forte svalutazione degli ultimi anni e dell’ultimo ciclo politico, si tratta di una situazione che in pochi sarebbero stati in grado di anticipare.

Nel mezzo, dopo le elezioni, le dimissioni della precedente governatrice – su pressioni dell’opinione pubblica e l’arrivo di Fatih Karahan, che aveva però confermato l’intenzione di addirittura inasprire le misure che avrebbero permesso alla Turchia e la Lira Turca di tornare alla normalità.

Normalità che è ancora lontana, ma che sembrerebbe essere alla fine di un tunnel all’interno del quale si sono già fatti registrare dei sensibili ribassi in termini di inflazione e di politiche monetarie non ortodosse, che avevano invece informato tutto il precedente periodo e ciclo.

Ricostruire le riserve proprie della Turchia sarà una parte dell’ultimo tratto di strada che dovrebbe riportare la Turchia nel novero di paesi dalle politiche monetarie ortodosse, dalle valute relativamente stabili e con un flusso di investimenti esteri sano e necessario per un’economia emergente. Nel frattempo, a fare da sponda alle politiche monetarie hawkish di Ankara, anche un ritorno importante di capitali esteri, con un aumento delle riserve estere della banca centrale che secondo quanto riportato da Bloomberg è il più rapido da 40 anni a questa parte, battendo anche la fase del primo Erdogan, la fase che aveva fatto gridare tutti gli analisti al miracolo turco.

Per la lira turca ancora un periodo di passione?

La lira turca continua a danzare sui minimi storici contro dollaro e euro. Fatih Karahan ha confermato che l’obiettivo sarà quello di ottenere una disinflazione che riporti i prezzi in basso mentre si continuerà a ricostruire un forziere di valuta estera che era stato azzerato dalle precedenti politiche e dal tentativo di difendere una Lira Turca indifendibile secondo i mercati.

Come abbiamo detto in apertura, il cammino è ancora lungo, ma è altrettanto vero che in pochi erano pronti a scommettere sulla capacità della Turchia di affrontarlo senza ripensamenti. Se si dovesse davvero arrivare a destinazione, Fatih Karahan verrà ricordato come uno degli eroi della storia economica della Turchia, capace di negoziare un pieno sostegno da parte della politica anche durante un lungo periodo di insoddisfazione da parte della popolazione, che tanto dell’inflazione quanto delle cure necessaria per batterla è sempre quella che paga il conto più salato.

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