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UBS, regole dure: dovrà ridurre esposizione a bond e prestiti. Troppi rischi per l’economia Svizzera
Il governo svizzero è pronto ad aumentare i requisiti di liquidità delle grandi banche del paese, una misura che andrà a interessare prima di tutto UBS. La nazione, dopo il crollo di Credit Suisse che ha portato all’acquisizione da parte di UBS, si ritrova con un numero ristretto di banche in grado di far collassare l’economia nazionale se qualcosa dovesse andare storto. L’obiettivo del governo è proprio contenere questo rischio, chiedendo agli istituti di credito di mantenere una fetta più grande della liquidità ferma e a disposizione di chi vuole prelevarla. UBS e gli altri colossi svizzeri dovranno dunque abbassare la loro esposizione a bond e prestiti, soprattutto quelli considerati più rischiosi.
La grande acquisizione dello scorso anno ha fatto parlare di sé dentro e fuori dai confini elvetici. Con la dimensione attuale di UBS, la banca ha una quantità di asset in gestione pari al doppio del PIL svizzero. Questo significa che, se mai dovessero verificarsi dei problemi strutturali o una forte perdita di fiducia da parte dei clienti -portando alla classica “corsa agli sportelli”- gli effetti andrebbero a ricadere su tutta l’economia nazionale. Nel nuovo documento contenente 22 provvedimenti, il governo prende una serie di provvedimenti per cercare di scongiurare questo rischio alzando le misure per le banche too big to fail. Al tempo stesso, le banche non sono felici delle nuove misure.
Mai una Credit Suisse bis
Il Ministro delle Finanze, Karin Keller-Sutter, ha dichiarato in una conferenza stampa che le nuove misure abbiano lo scopo preciso di evitare che un’altra banca possa finire nella situazione “senza speranze” in cui Credit Suisse si è ritrovata lo scorso anno. L’implementazione delle nuove misure dovrebbe essere richiesta a partire dal 2025, dando alle banche il tempo per adeguarsi. Tra le richieste del governo ci sono:
- Un maggior potere all’autorità FINMA, in modo che possa richiedere vincoli più stringenti sulla gestione della liquidità;
- Diminuire i livelli di esposizione alle operazioni più rischiose;
- Mettere un tetto allo stipendio e ai bonus dei manager bancari;
- Mantenere un LCR (Liquidity Coverage Ratio) del 100%, per cui tutti gli investimenti fatti dalle grandi svizzere dovrebbero essere considerati altamente liquidi.
Proprio quest’ultima misura è considerata “irrealistica” da parte del management di UBS, che si è subito scagliata contro al governo per aver proposto i nuovi regolamenti. Viene chiesto quantomeno che ci possano essere delle eccezioni temporanee, almeno in tempi di crisi o volatilità del settore bancario. Oltre a tutto questo, il governo svizzero vorrebbe anche che le banche muovessero una quantità maggiore della liquidità dei clienti verso prodotti vincolati a lungo termine, come i conti deposito.
Azioni UBS in rosso di oltre il 4%
Le azioni UBS hanno subito un contraccolpo in Borsa, dopo che il governo ha annunciato di voler approvare le nuove regole. La banca dovrebbe essenzialmente limitare la sua esposizione agli strumenti da cui ottiene un’esposizione maggiore al rischio, ma anche maggiori profitti. Inoltre una quantità maggiore dei fondi dei clienti dovrebbero essere mantenuti pressoché fermi in maniera improduttiva. Il tutto anche con la possibilità che la FINMA possa elargire multe salate a qualunque banca che non si adatti alle nuove regole con la velocità richiesta. Anche se questo potrebbe rendere più attraente il sistema bancario svizzero per i risparmiatori, che si sentiranno ancora più tutelati -in un sistema giù più rigido rispetto a quello europeo e americano-, per UBS sarà indubbiamente fonte di una perdita dei margini generati sui depositi.