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UE, il 2023 segna un nuovo record per l’energia eolica
La transizione energetica europea avanza: lo confermano diversi dati, di cui il più recente è quello sulla capacità di energia eolica installata nel 2023. Lo scorso anno ha segnato un nuovo record, con 17 GW di capacità teorica installata in tutta l’Unione; a guidare la lista sono, come sempre, i paesi del Nord. La Manica, il mare del Nord e le coste oceaniche del Portogallo sono i punti più strategici per installare pale eoliche in Europa, cosa che spinge paesi come Belgio, Danimarca, Germania e Paesi Bassi a investire principalmente su questa forma di energia. Per quanto la Danimarca sia anche molto attiva nell’energia solare, il vento rimane la soluzione più amata dal Nord Europa.
I nuovi dati sono incoraggianti, soprattutto in un momento in cui l’UE fa i conti con la necessità di sostituire l’energia che prima proveniva dal gas naturale russo. Il record messo a segno nel 2023 è stato accolto positivamente dalle principali cariche dell’Unione, ma Bruxelles fa notare che il ritmo attuale non è sufficiente: per raggiungere i target climatici fissati per il 2030, i paesi membri dovrebbero installare 37 GW di energia eolica in più all’anno. Considerando che si tratta di più del doppio rispetto al record raggiunto nel 2023, sembra una strada in salita. A fomentare l’ottimismo, però, c’è la consapevolezza che il quadro macroeconomico dovrebbe essere più favorevole per le rinnovabili nei prossimi anni.
Un record incoraggiante, ma non sufficiente
L’aumento della capacità installata ha portato a un incremento significativo dell’incidenza dell’energia eolica sul totale del mix energetico europeo: nel 2023, il 19% di tutta l’energia consumata dai paesi membri è stata prodotta proprio dal vento. Il record nella capacità installata ha però superato solo marginalmente il 2022, quando in tutto l’anno si erano aggiunti 16 GW di capacità. Per ogni anno in cui l’Unione aggiunge meno di 37 GW di produzione eolica, si allontana la possibilità di raggiungere i risultati che gli stessi paesi membri hanno fissato per la fine di questo decennio. E in questo momento di particolare delicatezza per il mercato dell’energia, rallentare sulle rinnovabili significa anche rallentare sul raggiungimento dell’indipendenza dalle importazioni di gas dalla Russia.
Grandi attese dalla macroeconomia
Lo scorso anno è stato poco felice per l’energia eolica, con le società di tutto il mondo che hanno stralciato miliardi di dollari dal valore dei loro progetti. È il risultato di un tasso di inflazione cavalcante che ha aumentato esponenzialmente il costo di realizzazione dei progetti, combinato con tassi d’interesse da record che hanno aumentato anche il costo dei finanziamenti. Il fatto che l’Unione sia riuscita a superare il suo precedente record di capacità installata in un momento così difficile per il mercato lascia ben sperare per il 2024, un anno che dovrebbe essere segnato proprio dai due trend opposti.
Giles Dickson, CEO di WindEurope, fa notare che le cose sono migliorate molto anche dal punto di vista della burocrazia: oggi ottenere i permessi per la costruzione di un parco eolico è decisamente più semplice rispetto al 2021-22. Inoltre l’Unione ha deciso di incentivare gli ordini dai produttori di pale eoliche europei, cosa che nel lungo termine dovrebbe ulteriormente avvantaggiare il blocco nella sua rincorsa verso il net zero. Anche se l’Europa appare sempre meno in grado di raggiungere questo ambizioso risultato entro il 2050, per il momento il target rimane immutato.