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UE impreparata al cambiamento climatico, dice l’EEA

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Un nuovo report della European Environment Agency (EEA) rivela che l’Unione è meno preparata di quanto vorrebbe a fronteggiare il cambiamento climatico. A rivelarlo è Reuters, che ha avuto accesso alla bozza prima che venga pubblicata e ha riportato sull’avvenimento. Sembra che l’Unione Europea dovrà prepararsi a un’ondata di investimenti per adattare le proprie infrastrutture al cambiamento del clima, oppure accettare delle conseguenze molto dure. Il report include riferimenti a tanti campi della società e dell’economia che vanno dalla sanità all’agricoltura, passando per l’energia. Questa è la prima volta in cui si fa un’analisi completa europea di come il cambiamento climatico potrebbe sfidare i paesi membri nel corso dei prossimi anni e decenni, e i risultati sembrano essere piuttosto negativi.

Il fatto che il cambiamento climatico stia colpendo duramente l’Europa si nota in tanti aspetti, alcuni più microscopici e altri più macroscopici. Indubbiamente un tema caldo di questi mesi è la siccità estrema in Spagna e in Sicilia, che ha portato a misure di razionamento dell’acqua con un impatto duro sui cittadini e durissimo sulle imprese del mondo agricolo. Il 2023 è stato l’anno più caldo di sempre e secondo le previsioni l’estate del 2024 sarà altrettanto torrida. L’Europa è da sempre molto attenta al tema del cambiamento climatico, ma i dati della EEA rivelano che c’è ancora molto da fare per prepararsi agli eventi che i climatologi prevedono.

L’Unione Europea non aveva mai condotto uno studio di queste proporzioni sull’impatto del cambiamento climatico

L’impatto del cambiamento climatico nelle stime della EEA

Un dato che salta immediatamente agli occhi sono i 650 miliardi di euro di PIL europeo perso tra il 1980 e il 2022, secondo i calcoli dell’EEA, a causa dei costi crescenti legati al cambiamento climatico. Si tiene conto delle grandi alluvioni come quelli di Germania e Belgio nel 2021, di roghi spontanei come quelli che attanagliato il Sud Italia negli scorsi anni e di siccità come quella che ora sta colpendo Italia, Spagna e Grecia. Si stima addirittura che la bomba d’acqua caduta sulla Slovenia lo scorso anno abbia causato dei danni economici pari al 10% del PIL nazionale, cosa che ricorda quanto il clima abbia il potere di spostare grandi equilibri economici.

La bozza del nuovo report dell’agenzia europea potrebbe ancora essere modificata prima di essere pubblicata la prossima settimana, ed è interessante che un’agenzia di stampa abbia avuto accesso ai dati prima che si pubblicassero i numeri ufficiali. In ogni caso l’indicazione dell’EEA è ben evidente: aumentare gli investimenti sulla prevenzione dei problemi che possono verificarsi con l’avanzare del cambiamento climatico, a partire dagli investimenti in infrastrutture mediche per prendersi cura delle malattie tropicali che potrebbero arrivare nel Sud Europa. Inoltre si teme per la salute dei lavoratori in settori come le costruzioni e l’agricoltura, esposti alle temperatura in costante aumento soprattutto nei mesi estivi.

Il problema più immediato che l’UE sta affrontando sono le forti siccità

In gioco infrastrutture e vite umane

I numeri che la European Environment Agency si appresta a pubblicare parlano da soli. Secondo i calcoli basati sulle cartelle cliniche, l’ondata di caldo del 2022 è stata responsabile per la perdita di 60.000 vite umane in tutta Europa. La EEA fa anche notare che soltanto il 2% dei sussidi europei per l’agricoltura è rivolto a potenziare le infrastrutture contro possibili grandi siccità, appena una frazione di quello che servirebbe per assicurarsi che durante i fenomeni di pioggia intensa di mettano da parte delle risorse idriche da destinare all’agricoltura. Arriva anche un caldo invito a potenziare la stabilità delle infrastrutture critiche come ponti, scuole e strade, che potrebbero essere a rischio di crollo in caso di alluvioni forti; si guarda anche alle ferrovie, che invece possono essere danneggiate dalle ondate di caldo prolungate.

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