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Siccità record: misure dure in Sicilia, Catalogna e Tunisia

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Europa e Nord Africa continuano a essere attanagliate da una siccità record che non accenna a fermarsi. Tre regioni stanno soffrendo particolarmente questa situazione: l’intero territorio della Tunisia, la Catalogna in Spagna e la Sicilia in Italia. Qui la siccità non è soltanto una preoccupazione, ma ha già portato le autorità locali a prendere dei provvedimenti concreti per ridurre il consumo di acqua. Il timore è che, se la situazione non dovesse migliorare, queste misure si faranno ancora più dure e arriveranno a rendere davvero difficile la vita quotidiana in queste aree. Un discorso che vale anche per le imprese, con il settore agricolo già piegato dalla necessità di ridurre di molto il suo consumo di acqua.

Ormai sono passati circa due anni da quando la siccità ha iniziato a diventare un tema importante in Europa, mentre si parla di addirittura cinque anni per quanto riguarda la Tunisia e altre parti del Nord Africa. Le siccità prolungate sono uno degli effetti che notoriamente possono essere provocati dal cambiamento climatico, così come i periodi di piogge estremamente intense. I fenomeni atmosferici tendono a diventare più drastici, in molti casi addirittura causando delle migrazioni dovute ad allagamenti o grandi incendi boschivi.

presentazione della notizia sulle misure per combattere la siccità in Europa e Nord Africa
La prossima nazione che potrebbe introdurre misure restrittive è la Grecia

In Sicilia si raziona l’acqua in base ai comuni

Alcuni comuni siciliani hanno iniziato a introdurre delle misure drastiche per il razionamento dell’acqua, rendendola disponibile a giorni alterni in alcune zone. Qui i cittadini sono costretti a fare scorte nei giorni in cui hanno accesso alle forniture, per utilizzarle quando dai rubinetti non esce nulla. La situazione sta colpendo in modo estremamente duro soprattutto il comparto agricolo, uno dei fiori all’occhiello dell’economia siciliana. L’isola è nota soprattutto per la sua produzione di agrumi, grano e olive. Ora però ai contadini è chiesto di rinunciare quasi totalmente all’acqua per l’irrigazione, con effetti già evidenti sulle previsioni per i prossimi raccolti.

La siccità in Sicilia è stata annoverata tra i fattori di preoccupazione europei e la regione ha addirittura dichiarato lo stato d’emergenza; molti analisti ritengono che la situazione tenderà soltanto a peggiorare, soprattutto in virtù delle temperature sempre più alte che si registrano di anno in anno nella regione. Questo può portare anche all’aumento degli incendi boschivi, un altro dei fattori di preoccupazione che si cerca di controllare. In provincia di Agrigento, persino bollire la pasta o farsi una doccia sono diventate operazioni molto complicate.

foto di un campo affetto dalla siccità
Per il comparto agricolo, la situazione sta diventando insostenibile

Situazione dura anche in Tunisia e Catalogna

In Catalogna si continua a sperare che una lieve pioggia, anticipata dai meteorologi per le prossime settimane, possa alleviare una situazione ormai diventata molto dura. La regione di Barcellona si ritrova nella prima fase di un’emergenza che prevede misure restrittive sull’uso dell’acqua: razionamento del 5% per i cittadini e fino all’80% per gli agricoltori, con i parchi pubblici che non possono più essere irrigati se non con acque reflue. Per il momento ai privati cittadini è solo chiesto di non riempire le piscine, mentre gli autolavaggi e le docce degli stabilimenti sportivi sono stati chiusi.

In Tunisia, invece, il governo ha aumentato il prezzo dell’acqua del 16% per cercare di ridurre la domanda. I cittadini si trovano a fare i conti con una siccità che dura da ormai quasi 5 anni, con i livelli dei bacini idrici ormai prossimi allo zero. Le grandi dighe del paese si ritrovano al 35% della loro capacità: l’ultimo baluardo che andrà esaurendosi in mancanza di piogge. Se la situazione non dovesse migliorare durante quest’anno, si rischia un’ondata migratoria di persone in cerca di risorse idriche.

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