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Alle 14:30 i dati sull’inflazione USA: consenso al +2,6%

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Alle 14:30 ora italiana verranno diffusi i dati sull’inflazione degli Stati Uniti. Sono dati importanti perché potranno imprimere la direzione definitiva alle prossime decisioni del FOMC, la riunione interna a Fed che decide sulla politica monetaria degli Stati Uniti d’America. Ci si aspetta un +2,6%, in calo rispetto alla lettura del mese precedente di +2,9%, che confermerebbe così un rallentamento importante dell’inflazione anche negli USA e un ravvicinamento importante verso il target del 2,0%.

Impossibile immaginare un rimbalzo su livelli superiori a quelli diffusi a agosto e che facevano riferimento al mese di luglio. Per il 18 settembre, data in cui si deciderà sui tassi, ci sarà pertanto certamente almeno un taglio dello 0,25%, con i dati sull’inflazione di oggi che serviranno a capire se ci sarà spazio per un taglio più deciso, dello 0,50%, taglio che potrebbe essere però controproducente sul breve per i mercati di rischio.

Arriva l’inflazione alle 14:30 – le previsioni delle principali banche d’affari

Le previsioni delle principali banche d’affari vanno dal +2,5% di Kaishi, TD, UBS, Citigroup, Barclays, JPM, al 2,6% sostenuto invece da Goldman Sachs, Wells Fargo, Deutsche Bank, Morgan Stanley e Bank of America, con la previsione mediana che è appunto del +2,6%. Guardando allo storico più recente delle previsioni, è assai difficile che ci siano errori significativi nell’ordine dello 0,3%, per quanto sia stato proprio quello il caso dello scorso mese.

Gli occhi dei mercati saranno puntati su questo evento per oggi, che dovrà segnalare – o almeno così sperano in molti tra investitori e analisti – un deciso ritorno verso il target del 2%. Avvicinamento che c’è stato nel corso degli ultimi mesi, per quanto a ritmi che Federal Reserve ha trovato come poco soddisfacenti.

Un dato particolarmente basso, sotto il 2,4%, potrebbe corroborare la tesi di chi ritiene che sia già il momento di abbassare i tassi almeno di 50 punti base, ipotesi che ha preso a circolare dopo il lunedì nero del 5 agosto e che però nel corso delle ultime settimane si è fatta assai minoritaria.

A pesare inoltre sulle prossime decisioni del FOMC, ci saranno anche i dati sul lavoro che saranno presentati giovedì e venerdì, che dovranno confermare, per spingere nel caso FOMC a tagliare per 50 punti base, uno stato di crisi del mercato del lavoro che sarebbe comunque una fonte di preoccupazione per i mercati.

Si attende volatilità e nervosismo in attesa dei dati

Dati che però arriveranno prima dell’apertura di mercati negli USA e dunque avranno riflessi principalmente sul pre-market e sui futures sui principali indici della borsa statunitense.

Anche la sessione europea di scambi potrebbe risentire di un giorno di forte nervosismo per i mercati, che stanno cercando la via del recupero dopo una settimana da incubo, soprattutto per i titoli più rischiosi.

Il nodo sarà comunque sciolto alle 14:30, rimandando poi l’intera questione a mercoledì prossimo, quando verrà presa la decisione definitiva sui tassi di interesse. Si partirà lentamente per un percorso equilibrato, oppure si taglierà da subito lo 0,50% perché si teme di essere in ritardo sull’andamento dell’economia, del mercato del lavoro e dell’inflazione?

I dati avranno un impatto importante anche su EUR/USD e su tutte le altre coppie che includono il dollaro USA.

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