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Vanguard come BlackRock: taglio a iniziative sostenibili
Pochi giorni fa avevamo commentato la notizia sul fatto che BlackRock, nell’ultimo anno, ha detto di no al 93% delle iniziative green che sono state sottoposte ai consigli di amministrazione in cui sono rappresentati membri della società. Ora si scopre che Vanguard ha bocciato un numero ancora maggiore di proposte, approvando solo il 2% delle proposte che sono state avanzate in tema di sostenibilità sociale e ambientale. Lo scorso anno questa percentuale si attestava al 12%, comunque bassa ma addirittura sei volte più alta rispetto ai livelli attuali. Anche in questo caso si dimostra come, in un ambiente di tassi di interesse in aumento, la sostenibilità venga talvolta messa al secondo posto in nome degli investimenti che possono produrre maggiore redditività.
I dati sono stati riportati nel U.S. Regional Brief, un documento in cui vengono illustrati vari dati importanti sulla gestione dei fondi in mano a Vanguard. Immediatamente dopo la diffusione della notizia, si è venuta a creare una notevole turbolenza che ha portato a flussi in uscita di capitali dagli ETF di Vanguard. Il colosso degli investimenti ha fornito una spiegazione molto simile a quella di BlackRock: il numero di proposte è aumentato rispetto allo scorso anno, passando da 290 a 359, ma non è aumentata contemporaneamente la qualità di queste proposte. Ritenendole prive di fondamento, Vanguard ha scartato le proposte.
L’azienda ha anche dichiarato che, in alcuni casi, approvare le proposte arrivate alla votazione avrebbe causato un rischio materiale considerevole per la salute dei conti delle società. In totale sono state 4.231 le società in cui Vanguard ha sostenuto votazioni, soltanto considerando gli Stati Uniti, e sono state sottoposte all’attenzione della società 38.257 proposte nell’arco di tempo considerato dal report. Il documento però non indica quali proposte siano state considerate particolarmente sconvenienti o immeritevoli di approvazione. La mancanza di una comunicazione diretta in questo senso sta iniziando a causare malcontento da parte degli investitori, che vorrebbero far sentire la propria voce per sentirsi più rappresentati in nome del capitale che investono nei fondi di Vanguard.
Un colosso con grandi responsabilità
Vanguard, esattamente come BlackRock, è un colosso del mondo degli investimenti che gestisce miliardi di fondi per conto dei suoi clienti. Attualmente si stima che Vanguard gestisca 8.2 triliardi di dollari investiti da una base di oltre 50 milioni di persone, in base all’ultimo report trimestrale che riporta i dati fino alla fine di giugno 2023. La maggior parte di questi fondi sono investiti dai clienti in ETF che replicano gli indici di Borsa: questa è la specialità di Vanguard ed è ciò che ha permesso al brand di crescere enormemente nel corso degli ultimi 10 anni. Gli ETF sono tenuti a comprare azioni delle società in base alla loro strategia di investimento, e quando un ETF diventa molto grande finisce per possedere delle quote così significative da controllare una parte rilevante delle quote di una società.
Dal momento che controllando una parte significativa della compagine sociale si arriva a poter posizionare i propri candidati come membri del consiglio di amministrazione, sia Vanguard che BlackRock hanno centinaia di seggi nei consigli di amministrazione di alcune delle aziende più importanti al mondo. Consiglieri che, al pari di tutti i loro pari, hanno la possibilità di votare sulle proposte del management. Inoltre nelle assemblee dei soci, rappresentando una larga parte della proprietà, Vanguard ha la possibilità di influenzare le votazioni per indirizzare la gestione di un’azienda verso la direzione che reputa più opportuna.
Si accende il dibattito sui diritti degli investitori
Nel momento in cui si presentano votazioni su temi ESG, Vanguard può ritrovarsi di fronte al dilemma di decidere tra destinare risorse a progetti più sostenibili o altri più redditizi. I rappresentanti dell’azienda sono liberi di votare secondo quanto ritengono meglio e secondo le linee guida fornite da Vanguard, ma questo può generare un conflitto con gli investitori. Vanguard non investe direttamente risorse proprie nei suoi ETF con cui accumula quote significative di grandi società. A fornire la liquidità che rende possibile tutto questo sono milioni di investitori al dettaglio, che potrebbero essere in disaccordo con le decisioni prese dai manager di Vanguard. Per questo motivo ultimamente si è venuto a creare un acceso dibattito, con molti investitori al dettaglio che vorrebbero dei sistemi più democratici per poter esprimere voti che andrebbero poi rappresentati da Vanguard in sede di consiglio di amministrazione o assemblea dei soci.
Pochi giorni prima della pubblicazione dei dati sui voti dei suoi rappresentanti, ad esempio, BlackRock aveva annunciato che il suo ETF più importante -quello che replica lo S&P 500- inizierà a fornire delle proposte ai clienti sulle linee guida con cui indirizzare i voti. Gli investitori non potranno direttamente esprimere voti relativi alle proposte delle singole società, ma potranno votare sulle linee guida a cui i membri di Vanguard dovranno poi attenersi nei consigli d’amministrazione e nelle assemblee dei soci. Sempre più fornitori di ETF stanno seguendo la stessa politica, democratizzando la politica che dovrebbe guidare gli investimenti. Tra questi anche State Street e CIRCA5000, due sponsor di ETF che al momento sono ancora relativamente piccoli ma mostrano un forte tasso di crescita: nel caso di CIRCA5000, il suo ETF legato alla sostenibilità energetica e alla tecnologia permette addirittura voti diretti sulle iniziative proposte dalle singole società.