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Yen: anche Goldman Sachs rivede previsioni al ribasso. È crisi aperta per Tokyo, e i fondi sono tutti short
Nessuno sembrerebbe essere disposto a puntare su un rialzo dello yen. Dopo un rialzo dei tassi che tutti hanno interpretato come dovish, troppo tenue anche nei toni rispetto a quanto si aspettavano i mercati, tutti o quasi rivedono le loro proiezioni sullo yen giapponese contro il dollaro. Lo fa Goldman Sachs e – cosa forse più importante – lo fanno anche i fondi hedge, che puntando denaro vero sono forse da prendersi in modo più serio rispetto alle analisi delle banche d’affari per i propri clienti. A prescindere dal canale che si preferisca per informarsi e per avere idea di come si muoverà il mercato, la musica è sempre la stessa.
Nessuno crede nella capacità dello yen almeno sul breve periodo di tenere certi livelli di prezzo – e per quanto in realtà ci siano outlook positivi di medio periodo, per ora nessuno se la sente di andare long su JPY, complice anche l’incertezza che tutti sembrerebbero aver letto nelle parole di Kazuo Ueda, governatore di Bank of Japan. Una lettura complicata per un mercato che ha cambiato sentiment più volte nel corso delle ultime settimane e che nulla esclude che continuerà a cambiarle anche nel futuro di breve periodo.
Goldman Sachs peggiora outlook per lo yen giapponese. E non è l’unica
Goldman Sachs, importante banca d’affari con un impatto rilevante anche sull’opinione degli operatori dei mercati, ha appena rivisto i prezzi target per lo yen giapponese contro il dollaro USA. Una revisione peggiorativa delle attese sull’andamento dello yen e che arriva a pochi giorni dalla decisione di Bank of Japan di aumentare i tassi di riferimento, riportandoli allo 0%. Una mossa che non è piaciuta granché ai mercati. Meglio: è stata ritenuta una mossa eccessivamente conservatrice, segno di una Bank of Japan che non avrebbe ancora intenzione di andare all in nel suo percorso di ritorno verso una politica monetaria normale.
Anche gli annunci su possibili futuri interventi di Bank of Japan a tutela dei rendimenti di lungo periodo non hanno soddisfatto granché i mercati, che hanno interpretato certi posizionamenti come un voler tenere il piede in due scarpe che per lo yen non può che essere fonte di ulteriore debolezza.
È con questi presupposti che Goldman Sachs ha rivisto i suoi forecast, le sue previsioni sul futuro dello yen giapponese. In tre mesi il gruppo vede lo yen a 155, in 6 mesi a 150 e in 12 mesi a 145, contro le previsioni pre-decisione di Bank of Japan che erano rispettivamente di 145, 142 e 140.
Non ha necessariamente ragione la grande banca d’affari, ma è altrettanto vero che il sentiment negativo per JPY è diffuso anche tra chi opera direttamente sul mercato a fini speculativi, come i fondi hedge, che sono in maggioranza posizionati short sullo yen.
Aumentano le posizioni short a leva dei fondi
Aumentano le posizioni speculativa e con leve importanti contro lo yen, infatti, anche per i fondi hedge. Anche questi sono operatori che non hanno necessariamente ragione, per quanto però vanno certamente presi in considerazione per avere almeno in parte il polso del mercato.
Serviranno ulteriori dati, almeno a nostro avviso, però per disegnare con maggiore chiarezza l’eventuale trend futuro dello yen, che si tratti di breve o di medio periodo. Un medio periodo che tutti o quasi continuano a vedere migliore per lo yen rispetto a quello di breve, per quanto su range che – come nel caso di Goldman Sachs – sono certamente peggiori di prima. L’unica certezza per ora è che gli occhi di tutto il mondo della finanza continueranno a essere puntati proprio sullo yen e sulle decisioni future di Kazuo Ueda.