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Yen ancora in difficoltà | Il Giappone promette prontezza
Le autorità sono pronte a intervenire 24 ore su 24, 365 giorni l’anno. È questo il messaggio che Masato Kanda ha inviato al ministero delle finanze giapponese. Il tema è quello dello yen, che dopo un rimbalzo in dicembre nei confronti del dollaro si trova ora su livelli di cambio piuttosto pericolosi. Secondo gli analisti non dovremmo vedere eccessivo allarme da parte delle autorità almeno fino a soglia 152, soglia che però si fa sempre più vicina.
E torna il chiacchiericcio sulla speculazione: nonostante i movimenti delle ultime 24 ore abbiano solide basi macro nell’inflazione persistente negli USA, lo stesso Kanda non esclude che ci siano dei movimenti speculativi. Anzi, lo afferma con una certa sicumera, spiegazione che però aveva convinto poco i mercati qualche settimana fa e che appare ancora meno convincente oggi. Tutto questo mentre sul mercato del Forex è proprio questa la coppia sulla quale tutti o quasi stanno puntando gli occhi, complice un dollaro USA forte su livelli che in pochi si sarebbero immaginati soltanto 1 mese fa, quando invece il sentiment diffuso tra gli analisti era fortemente bearish.
Tokyo torna a attaccare gli speculatori
Quanto avvenuto nelle ultime 24 ore, almeno per un osservatore esterno, è chiaro. Mentre i mercati aspettano ancora delle delucidazioni sul rialzo del livello dei tassi in Giappone, un po’ come si aspetta Godot a teatro, i dati sull’inflazione USA hanno raccontato di livelli di prezzi ancora minacciosi e dunque di tagli ai tassi negli USA che si allontanano. E dato che il differenziale tra tassi è una delle forze più importanti tra quelle che agitano i mercati valutari, ecco lo Yen (al pari di altre valute) cedere terreno nei confronti del greenback. Questo senza tenere conto di una presenza – grigia e difficile da individuare – di quelli che Masato Kanda definisce come speculatori.
Secondo infatti chi guida la divisione degli scambi monetari in Giappone, ci sono sì delle questioni fondamentali – vedi appunto l’inflazione negli USA – ma certi movimenti sono chiaramente speculativi. E quindi è stato minacciato, anche se non si è capito ancora in che termini e con quali tempistiche – e su quali livelli – un potenziale intervento congiunto del Ministero delle Finanze e della Bank of Japan. Intervento che però guai a chiamare a tutela dello Yen: avrebbe infatti come unico obiettivo quello di stabilizzare i cambi e ridurre appunto le manovre speculative.
Lo storico di breve periodo ci ricorda che già nel 2022 ci furono interventi importanti – che costarono nel complesso oltre 60 miliardi di dollari – e che se ne sospettano degli altri più di recente.
Per tutti o quasi gli analisti il livello soglia rimarrà quello dei 152, oltre il quale le autorità cominceranno a preoccuparsi e forse a intervenire. Quel che si cerca però, almeno secondo i più cinici, è di cavalcare un effetto annuncio che, come caratteristica principale, quella di avere dei ritorni decrescenti.
Occhi puntati sulla riapertura negli USA
Occhi puntati per il pomeriggio sulle piazze USA, che potrebbero portare USDJPY su livelli già considerati come di stress. Livelli che testeranno quanto affermato da Kanda, che ha parlato appunto di possibilità di operare 24/24, 365 giorni l’anno.
Alta tensione dunque a Tokyo, tensione che smentisce anche quanto il grosso degli analisti avevano previsto, ovvero del ritorno dello yen su livelli estremamente più tranquilli. Certo, potrebbe esserci della speculazione che va a esacerbare certi movimenti, ma è vero al tempo steso che l’immobilismo di Bank of Japan inizia a costare e che il cambio continua a essere in balia delle mosse di Washington più di quelle di Tokyo.