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Yen ancora vicino ai 152: c’è chi teme il disastro. Fed ancora dai toni hawkish spedisce DXY in orbita

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È stallo: la linea dei 152 sembrerebbe essere il limite invalicabile per la valuta più in difficoltà di tutto il mercato Forex. Le minacce di BoJ e delle massime autorità politiche del Giappone sembrerebbero infatti aver prodotto i loro effetti, con JPY che scambia in un range particolarmente ristretto ormai da qualche giorno, almeno nei confronti del dollaro. Un’assenza di movimenti insolita, in particolare a fronte di un DXY redivivo e di commenti di Christopher Waller, che ieri ha scongiurato ulteriori rialzi ai tassi di interesse, pur apparendo più hawkish di quanto forse sarebbe piaciuto ai mercati, in particolare quelli di rischio.

Sono scene surreali per il mercato del Forex, in particolare se dovessero essere confrontate con i convincimenti diffusi nel mercato a fine 2023, che anticipavano un 2024 di forte recupero per lo yen, di debolezza relativa per il dollaro imbeccata da una Fed che tutti si aspettavano più morbida. Una situazione di difficile lettura che ha già portato diverse tra le principali banche d’affari a rivedere i propri target, al ribasso, sullo yen nei confronti del dollaro. E ora in tanti si chiedono se le barricate vicino i 152 non siano in realtà una linea Maginot che potrebbe crollare nel giro di pochi giorni, una volta che le minacce di BoJ torneranno a fare meno paura di quanta ne facciano oggi.

Yen trema ancora, dopo giornate di stallo

Il gioco di equilibri impossibile

Per chi opera su yen e dollaro USA è un momento topico. Ormai da qualche giorno le trattative rimangono in un canale molto stretto, tra i 151 e i 152, con questi ultimi che come abbiamo scritto già più volte sulle pagine di TradingOnline.com rimangono la soglia fondamentale sotto la quale si dovrà pur rimanere. E ci si dovrà rimanere con le proverbiali buone o cattive, con Bank of Japan e il Ministero delle Finanze che si sono detti entrambi pronti a intervenire nel caso in cui questa importante resistenza dovesse essere persa.

Di contro i fondi hedge, ed è questo a aver indispettito maggiormente le massime autorità monetarie giapponesi, continuano a prepararsi al peggio, comunicando tramite acquisti di opzioni di ritenere possibile quanto nessuno, almeno dalle parti di Tokyo, vorrebbe mai vedersi materializzare.

Ovvero la sconfitta dello yen sopra i 152, soglia che se superata potrebbe essere di innesco a perdite ancora più importanti di valore per lo yen. È possibile? Non è possibile? La risposta dei fondi è che vale comunque la pena tutelarsi da un’evenienza del genere, per quanto per ora la soglia continui a tenere, forte anche delle promesse di eventuale intervento.

Ancora dollaro forte, dopo i dati UK

Washington: parlano di nuovo… i falchi?

Ieri è stato il turno, nel classico giro di dichiarazioni alla stampa, di Christopher Waller, che ha ammesso che in realtà le possibilità di ulteriori rialzi dei tassi siano molto remote – e che servirebbero condizioni assolutamente straordinarie affinché tale possibilità diventi concreta.

Qualcosa però che non sembrerebbe aver tranquillizzato granché i mercati. I dati non brillanti che arrivano dal Regno Unito confermano la possibilità di ulteriori problemi dalle parti di Londra che potrebbero aprire a una politica monetaria più lassista a sostegno dell’economia.

Tutto questo mentre Washington sembrerebbe essere, tanto nelle parole quanto nei fatti, l’unica banca centrale a potersi permettere ancora lacrime e sangue in termini di tassi.

Una situazione che certamente non aiuterà lo yen, in particolare se dovesse venire meno l’effetto annuncio sul quale Bank of Japan e le autorità politiche del paese del Sol Levante stanno facendo affidamento. Chi si aspettava un 2024 noioso e prevedibile sul fronte del Forex, è stato già ampiamente smentito. E potrà godersi movimenti molto lontani dalle aspettative.

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