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Yen a 143 contro il dollaro. Crollo mercati favorisce divisa giapponese
Nel caos generale che sta dominando i mercati in queste ore c’è anche il fattore yen di cui tenere conto. Dalla scorsa settimana a oggi la divisa nazionale giapponese ha recuperato oltre il 10% e ha piazzato, nelle prime ore di apertura dei mercati di oggi, un’altra incredibile performance, portandosi vicino a quota 143. Questo in virtù di una debolezza strutturale del dollaro, con i mercati che iniziano a prezzare la possibilità che Federal Reserve intervenga in regime di emergenza sui tassi, con un taglio di almeno 0,50% già a settembre, almeno secondo quanto testimoniato dai dati raccolti da Fed Watchtool.
Una situazione di emergenza che si è già presentata in passato, con esiti molto diversi tanto per il dollaro USA quanto invece per i mercati valutari. L’unica cifra certa per il momento è comunque la debolezza del dollaro USA e la forza, anche relativa dello yen giapponese. Tutto per questioni che attengono ai tassi e che analizzeremo nel corso di questo approfondimento.
Yen batte tutti, dollaro in ritirata: cosa sta succedendo?
Per il grosso è una questione che attiene principalmente alle aspettative sui tassi di interesse. Aspettative sui tassi di interesse che sono cambiate radicalmente nel corso dell’ultima settimana. Primo punto: Bank of Japan potrebbe alzare i tassi di ben 25 punti base, cosa che era stata scarsamente prezzata dai mercati nel corso delle ultime settimane.
A questa situazione si è aggiunta quella che si sta sviluppando negli Stati Uniti: a seguito dei ripetuti crash della borsa, c’è chi comincia a chiamare un intervento di emergenza, se non nelle tempistiche, nella velocità con la quale si inizierà a tagliare.
Nel momento in cui scriviamo Fed WatchTool prezza a oltre l’80% i tagli dei tassi di interesse per 50 punti base, ovvero taglio doppio rispetto a quanto già preventivato. Sono condizioni sufficienti per giustificare il ritorno dello yen sotto i 143 contro il dollaro? Difficile a dirsi, e difficile da valutare in un momento di grossa agitazione da parte dei mercati, con reazioni che appaiono in maggior parte dettate dalla pancia.
Che tipi di scenari si aprono?
C’è chi parla di possibilità di intervento di emergenza di Federal Reserve, che però presenta due problematiche diverse: la prima è che gli interventi di emergenza sono piuttosto inusitati. Il secondo è che un intervento eventuale in emergenza certificherebbe il disastro firmato da Federal Reserve, cosa che non farebbe che aumentare ansie e preoccupazioni dei mercati.
Con un tono più informale si potrebbe definire la situazione come una bella gatta da pelare, per un mercato che sembrerebbe aver deciso di scaricare tutto ciò che avrebbe dovuto scaricare nel corso di settimane in poche sessioni. L’apertura di settimana in Asia è stata già pessima, ora si dovrà valutare più attentamente cosa c’è in ballo effettivamente alla riapertura delle piazze USA.
Il Forex rimarrà comunque uno dei termometri più importanti per la lettura di una situazione che sta generando, come è comprensibile delle ansie importanti. E principalmente non solo sul mercato Forex, ma su quello azionario e potenzialmente dei bond.