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Yen: martedì aumento dei tassi di 10-20 bps. Euro zona attende inflazione. USA: FOMC senza tagli, per ora.
Con ogni probabilità Bank of Japan porterà i tassi di interesse tra lo 0% e lo 0,1%, almeno secondo il consenso che si è formato tra i principali analisti e le principali banche d’affari, al termine della due giorni di riunioni per decidere le politiche monetarie in seno a Bank of Japan. Sarà un rialzo storico – che manca da ben 17 anni – e un accenno di ritorno alla normalità e all’ortodossia per l’economia giapponese. Un cambiamento epocale che però i mercati hanno già ridimensionato, dopo che le insistenti voci di rialzi ai tassi avevano contribuito ad una buona performance dello yen contro il dollaro nel corso delle ultime settimane.
Non sarà una settimana interessante soltanto per Tokyo e per chi investe su coppie che coinvolgono lo yen giapponese. Mercoledì sarà il giorno del FOMC, la riunione di Federal Reserve che decide dei tassi di interesse. Non ci si aspettano, a nessun livello, cambiamenti, anche se rivestirà l’importanza di sempre la tradizionale conferenza stampa di Jerome Powell alle 20:30 ora italiana. Conferenza stampa che ancora una volta sarà analizzata parola per parola da stampa e specialisti alla ricerca di indicazioni per un futuro mai apparso così incerto.
Yen: mercati prezzano rialzo dei tassi martedì 19 marzo
I mercati hanno già deciso. Martedì il Giappone tornerà o a tassi di interesse neutri o leggermente positivi, qualcosa che non si vedeva da ben 17 anni e che porrà fine a quasi due decenni di politiche monetarie sui generis. Per quanto manchi ancora la certezza del dato e della decisione, che arriverà appunto martedì, i mercati hanno già prezzato rialzi per 10-20 punti base, più che sufficienti per far tornare il Giappone tra lo 0% e lo 0,10% di tassi di interessi di base.
Sarà un momento storico, che però va interpretato anche alla luce di quanto ci si aspetta da un altrettanto importante incontro che si terrà dall’altra parte del mondo, negli Stati Uniti, mercoledì 20. Ci sarà infatti il FOMC, per quanto sarà uno dei più scontati degli ultimi anni, con i mercati che prezzano al 98% una non-decisione, ovvero un altro incontro che non modificherà i tassi di interesse di riferimento negli Stati Uniti.
Tenendo conto dell’assenza di tagli a Washington e del comunque modesto rialzo degli stessi a Tokyo, in diversi tra gli analisti ritengono che il momentum dello yen giapponese sia in via di esaurimento, con il prossimo trend che dovrà essere alimentato da notizie e decisioni che per il momento non sono ancora sul tavolo.
Settimana di dati importanti anche in Europa
Sarà una settimana importante anche in Europa: lunedì alle 11:00 ne sapremo di più per l’inflazione dell’area euro, così come quella Core. Le aspettative sono di un calo in direzione +2,6% per l’inflazione classica e di un calo al 3,1% (dal 3,3% del mese precedente) per l’inflazione Core. Sarà un riavvicinamento al target del 2%, per quanto lento, che sarà comunque carburante per le colombe di BCE e delle banche centrali nazionali.
Già da tempo, per citare il più fermo sostenitore di un ritorno a tassi di interesse più miti, c’è Fabio Panetta di Bankitalia, anche quando fino a qualche tempo fa era appunto ancora in BCE. I fronti rimangono comunque due, per ora su posizioni inconciliabili. È noto infatti che Panetta e gli altri del fronte dovish preferirebbero tagli ridotti però da subito, mentre Lagarde e il fronte più hawkish non vorrebbero sentirne parlare prima della seconda metà del 2023. Una situazione ancora caratterizzata da grande incertezza, sulla quale – a livello globale – non potrà impattare quanto ci si aspetta da Bank of Japan, con i rialzi ai tassi che probabilmente ci saranno già martedì, ma non in quantità consistente da ridurre il differenziale con Euro e Dollaro USA.