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YPF pagherà $300 milioni a Maxus per una causa ambientale

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La Yacimientos Petrolíferos Fiscales (YPF), una compagnia energetica argentina specializzata nello sfruttamento, nell’esplorazione, nella lavorazione, nella distribuzione e nella vendita del petrolio e dei suoi derivati, ha raggiunto un accordo con il fondo di liquidazione della compagnia petrolifera statunitense Maxus, dopo un lungo contenzioso.

Se saranno soddisfatte alcune condizioni, l’accordo consentirà il rilascio delle richieste di risarcimento presentate contro Maxus per 14 miliardi di dollari legate a una causa ambientale, ha dichiarato la società.

L’argentina YPF raggiunge un accordo da 300 milioni di dollari in relazione al caso ambientale statunitense

Un breve sguardo al passato

Maxus Energy Corporation, una multinazionale nordamericana specializzata nell’energia proveniente da petrolio e gas naturale con attività in diversi Paesi, è stata acquisita dall’argentina YPF negli anni ’90. L’acquisizione è stata l’inizio di un’interessante strategia commerciale. Anni prima, Maxus aveva venduto le sue attività chimiche a Occidental Chemical Corporation e aveva accettato di indennizzare quest’ultima per le responsabilità ambientali derivanti dalle sue attività.

La causa, invece, risale al 2005, quando lo Stato del New Jersey ha citato in giudizio la controllata per la contaminazione del fiume Passaic del New Jersey con rifiuti chimici avvenuta decenni prima.

Occidental, poi, ha fatto valere il proprio indennizzo e la Maxus Energy Corporation, che intanto era stata acquisita da YPF, ha onorato i propri obblighi fino a quando, nel 2016, ha deciso di presentare istanza di protezione dalla bancarotta per il capitolo 11 presso il tribunale fallimentare degli Stati Uniti nel Delaware ed è stata successivamente dichiarata fallita, si legge nel comunicato. YPF ha dichiarato che la sua ex controllata aveva rispettato i suoi obblighi fino a quel momento, senza però specificare se si trattava di obblighi finanziari o ambientali.

Circa due anni dopo, il fondo di liquidazione creato per contribuire a saldare i debiti di Maxus Energy Corporation ha citato YPF per 14 miliardi di dollari per il caso del New Jersey, insieme alla compagnia petrolifera spagnola Repsol, che figurava come proprietario di maggioranza di YPF tra il 1999 e il 2012.

L’accordo atteso per quasi venti anni

In base all’accordo di conciliazione raggiunto questa settimana, il Maxus Liquidation Trust ha accettato di ritirare le richieste di risarcimento che aveva presentato sia contro YPF che contro la coimputata compagnia petrolifera spagnola Repsol presso il tribunale fallimentare del Distretto del Delaware, nonché tutte le richieste attuali e future che potrebbe avere nei confronti di entrambe, si legge nella dichiarazione rilasciata da YPF.

A loro volta, YPF e Repsol hanno accettato di pagare al fondo un importo di 287,5 milioni di dollari ciascuno, senza ammettere alcuna responsabilità. L’accordo, che mira a risolvere una controversia quasi ventennale, è soggetto all’approvazione giudiziaria e ad altre condizioni che dovranno essere soddisfatte nei prossimi mesi, si legge nel comunicato.

Il comunicato riferisce anche che YPF e Repsol hanno firmato un accordo transattivo con Occidental e alcune sue affiliate, in base al quale quest’ultima società ha accettato di rinunciare a tutte le richieste di risarcimento che potrebbe avere nei confronti delle due compagnie petrolifere in relazione alle entità Maxus, al fiume Passaic e ad altre aree soggette a bonifica ambientale.

Inoltre, hanno siglato un accordo con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e con gli Stati dell’Ohio e del Wisconsin, in base al quale gli enti governativi hanno accettato di non presentare richieste di risarcimento simili a quelle già presentate dal Maxus Settlement Trust.

La Repsol, con sede a Madrid, non ha risposto immediatamente a una richiesta di ulteriori commenti.

L’accordo mira a risolvere una controversia quasi ventennale

L’annuncio di tutti questi accordi arriva pochi giorni dopo che un tribunale di New York ha condannato l’Argentina per l’esproprio del 2012 della compagnia petrolifera YPF, che era allora controllata da Repsol, e le ha ordinato di risarcire gli azionisti danneggiati.

Gli azionisti di minoranza avevano citato in giudizio il Paese sudamericano e la compagnia petrolifera per violazione del contratto.

L’economia dell’Argentina, già vessata da una crisi di iperinflazione e debito, proprio in questi giorni sta vedendo aggravarsi la situazione per via delle condizioni meteorologiche. La nazione sudamericana, infatti, sta attraversando una forte siccità, che limita le sue esportazioni di materie prime agricole. Per questo motivo, il Fondo Monetario Internazionale sta aiutando l’Argentina con un lungo percorso pluriennale, che nel complesso vede un impegno da 44 miliardi di dollari per risollevare le sorti finanziarie del Paese.

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