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Yuan ancora in difficoltà. Altro cambio di passo di Pechino stravolge il sentiment dei mercati.

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Non tutti sembrano credere a Pechino. Soltanto qualche giorno fa la Repubblica Popolare aveva confermato la volontà di mantenere una politica monetaria rigida e ortodossa, pur essendo presenti necessità di stimolo all’economia importanti. E già oggi però i mercati puniscono lo yuan, fotografando una situazione in rapida evoluzione rispetto a quanto avvenuto nel corso degli ultimi mesi. Ultimi mesi che sono stati caratterizzati da un forte impegno a tutela della valuta nazionale e che presto potrebbero essere però consegnati al passato.

Yuan sopra i 7,20 contro il dollaro USA, segnale che in pochi ora sembrano credere alla possibilità, alla volontà e alla capacità delle massime autorità monetarie della Repubblica Popolare Cinese di mantenere la stretta a tutela del valore dello yuan anche per le prossime settimane e i prossimi mesi. Una questione di credibilità, di politica e di economia, con gli ambiziosi traguardi di crescita del prodotto interno lordo che in qualche modo dovranno pur essere raggiunti.

La banca centrale cinese pronta al cambio di passo?

I segnali sembrerebbero essere quelli. L’ultima decisione relativa ai tassi giornalieri di riferimento da parte di PBOC hanno segnalato ai mercati, per quanto indirettamente, l’eventuale volontà delle massime autorità politiche e monetarie di permettere allo yuan di fluttuare maggiormente, e dunque di perdere anche valore rispetto alle principali divise internazionali. Una situazione che è in contrasto con quanto si riteneva valido soltanto la scorsa settimana, e che manda ulteriori segnali di incertezza ai mercati sul futuro, anche di breve periodo, dello yuan.

La debolezza dello yuan ha già prodotto effetti importanti sulle sedute di scambi azionari di tutta l’Asia, per una situazione in evoluzione e, per l’appunto, caratterizzata da forte incertezza e dalla possibilità che ci sia un’inversione di trend, principalmente dovuta a nuovi atteggiamenti (e nuove necessità) che stanno maturando appunto a Pechino.

In realtà però, e questo va certamente sottolineato per chi si approccia o si approccerà a questo mercato, pesano anche questioni di politica internazionale. Gli Stati Uniti stanno valutando una legge che potrebbe vietare ai fondi di investire in prodotti che seguono gli indici della borsa cinese. Una decisione che sarebbe dannosa per il mercato azionario della Repubblica Popolare e che rende ancora più difficile la situazione di una piazza che è stata tra le peggiori del 2023.

Anche un eventuale avvicendamento alla Casa Bianca non sarebbe di grande sollievo per i rapporti tra USA e Cina, con Pechino che continuerà eventualmente a soffrire le ripercussioni di una guerra che almeno per ora è al 100% commerciale. Un insieme di fattori che rendono difficile avere atteggiamenti rialzisti verso la Cina stessa.

Per lo yuan ancora sofferenze importanti

In arrivo altri supporti di carattere… monetario?

La domanda più importante, perché poggia sulle incertezze più ampie per i mercati, riguarda però le future decisioni di politica monetaria di PBOC. Che ci sia necessità di stimoli per l’economia cinese appare ovvio a tutti, anche alle stesse autorità cinesi. Per ora sembrava ci si fosse indirizzati maggiormente verso soluzioni di carattere fiscale, cosa che aveva contribuito ad una certa forza dello yuan nelle scorse settimane.

Ora il sospetto è che, per quanto gradualmente, si tornerà invece a cercare sponde anche di carattere monetario, anche in virtù di obiettivi di crescita del PIL fissati al 5% e definiti come molto ambiziosi dalle stesse autorità di Pechino.

Una situazione che potrebbe essere la tempesta perfetta, per quanto appunto graduale, per un ritorno dello yuan ad una debolezza cronica che però la Repubblica Popolare soltanto qualche settimana fa aveva ritenuto percorso impossibile da intraprendere.

Nel frattempo i mercati rispondono indebolendo lo yuan contro il dollaro, e affossando di conseguenza anche altre valute della medesima area geografica.

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