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Zimbabwe: c’è chi non si fida. La valuta basata sull’oro può funzionare?

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C’è ci dice no, ricordandoci insieme di una vecchia e popolare canzone della storia della musica italiana. Il tema però questa volta non sono le canzonette, ma piuttosto quanto sta avvenendo in Zimbabwe con ZiG, la valuta ancora al dollaro e ad altri preziosi che tanto il governo dello Zimbabwe quanto le banche vorrebbero vedere come unica avente corso legale tra il 2026 (per i più ottimisti) e il 2030. Arrivano voci di opposizione, che sono state raccolte da Bloomberg e che nel complesso riguardano un tema che nessuno vuole affrontare nelle discussioni delle valute commodities based, ovvero quelle valute che sono basate su riserve in oro o in altre materie prime.

Il tema è quello della fiducia: per quanto il fatto che esistano delle riserve dovrebbe rendere una valuta più concreta e solida agli occhi del grande pubblico, rimane il fatto che la convertibilità, nel caso, è garantita dalla stessa autorità che emette banconote e nelle economie più moderne denaro digitale. È quella autorità, in Zimbabwe, è una banca centrale legata a doppiofilo al potere politico, che nel corso degli ultimi anni non ha fatto granché per garantirsi la fiducia della popolazione.

Tra il dire e ZiG c’è di mezzo…

ZiG piace: permetterebbe allo Zimbabwe di tornare ad avere un’economia basata su una valuta locale e non più sul dollaro e dunque di fare un passo verso la normalità monetaria. Una moneta ambiziosa, con il governo che aveva parlato di 2030 come termine ultimo per renderla unica valuta a corso legale e le banche che invece avevano chiesto di prepararsi già per il 2026. Programmi ambiziosi, o come direbbe un vecchio generale francese, vaste programme, per quanto manchi nell’equazione la parte più importante, ovvero la popolazione.

La stragrande maggioranza degli scambi nel paese continua ad avvenire, per almeno due motivi, ancora in dollari USA. Il primo dei motivi è la maggiore reperibilità del dollaro, la seconda una latente sfiducia verso le istituzioni monetarie, per quanto le cose abbiano almeno la parvenza di un cambiamento solido, almeno negli ultimi anni.

Tuttavia un cambiamento che dovrà ancora faticare tanto per recuperare una fiducia da parte del grande pubblico per le massime istituzioni, a partire dalla Banca Centrale, che sarebbe necessaria per anche soltanto immaginarsi un passaggio indolore verso ZiG come unica valuta avente corso legale.

Il problema della fiducia

È un problema concreto che in molti dei commentatori di economia faticano a comprendere. Anche quando una valuta ha infatti delle riserve a suo sostegno, è sempre l’emittente a garantire l’eventuale convertibilità. O in parole più semplici, esistono comunque dei soggetti che sono in potere di interrompere la convertibilità, lasciando di fatto i detentori di tale valuta con in mano poco più che carta straccia.

Una situazione che le popolazioni di paesi storicamente colpite da mala gestione della valuta locale conoscono bene, pur non avendo frequentato alcun corso di economia né di storia della moneta, e che ad oggi, come raccolto nelle critiche che arrivano da Imara Asset Management, è il principale ostacolo alle ambizioni del governo locale.

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