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Amazon batte la Commissione Europea, per sempre

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Amazon ha vinto contro la Commissione Europea, che accusava il gigante delle vendite online di aver ottenuto dei benefici fiscali illegali in Lussemburgo. A esprimersi è stata la Corte Europea di Giustizia: quanto ottenuto da Amazon in Lussemburgo non sarebbe stato infatti un aiuto di stato specifico, e che dunque tutto il caso presentato dall’esecutivo dell’Unione è da chiudersi senza ulteriori conseguenze per l’azienda fondata da Jeff Bezos. È una vittoria importante per Amazon, che ha già comunicato piena soddisfazione per il giudizio, che ha stabilito che Amazon si sarebbe appunto comportata seguendo le leggi vigenti e, aggiungono dall’azienda, senza aver ricevuto alcun tipo di trattamento speciale.

Si tratta di un caso che si trascina dal 2017, anno in cui la Commissione Europea accusò l’azienda fondata da Jeff Bezos di aver ricevuto dei benefici in termini fiscali non dovuti, che avrebbe ottenuto in Lussemburgo, dal quale l’azienda gestiva il proprio quartier generale per le operazioni in Europa. Arriva così la sconfitta anche in appello per la Commissione, dopo che nel 2021 era stata già battuta in una corte di rango inferiore. La questione è un duro colpo anche di natura politica nei confronti di Margrethe Vestager, factotum del braccio UE che dovrebbe occuparsi di competizione nel continente.

Appello respinto, perde la Commissione

Rigettato l’appello della Commissione: vince Amazon

La questione non è soltanto economica: anche nel caso in cui Amazon fosse stata condannata a restituire 250 milioni di euro in benefici fiscali che secondo la Commissione Europea avrebbe ottenuto in Lussemburgo, certamente non sarebbe stata messa a repentaglio la sopravvivenza dell’azienda. Il punto è anche politico, ed è un duro colpo per un’Unione Europea da sempre particolarmente aggressiva nei confronti dei giganti tech. Un’Europa che ha in corso anche una causa che si trascina da anni nei confronti di Apple, sempre per questioni analoghe e che al centro vede una posta certamente più appetitosa: 13 miliardi di dollari che il gigante di Cupertino dovrebbe restituire al fisco irlandese.

Amazon dunque non dovrà pagare i 250 milioni di euro che la Commissione riteneva come ingiustamente percepiti o comunque come ingiustamente non versati al fisco lussemburghese e questa storia sarà una delle tante che ormai pesano come macigni su scelte, anche politiche a questo punto, della Commissione. Tutto questo in un Europa che nel frattempo si lamenta della presenza scarsa di aziende tecnologiche nella sue giurisdizioni, assenza che qualcuno collega anche a determinati atteggiamenti che poi, tra le altre cose, le sue stesse corti sconfessano.

La Commissione contestava favori fiscali in Lussemburgo

Il titolo Amazon non apprezza

La notizia non ha avuto ancora grosse ripercussioni sul titolo $AMZN, che segue gli altri tech in una sessione che si sta dimostrando almeno per ora un bagno di sangue per i titoli che in genere trainano di più le trattative.

Giù anche Alphabet in modo importante, giù Apple, mentre NASDAQ 100 rimane comunque a galla nonostante le pessime performance anche di Microsoft. Una situazione che andrà valutata con maggiore attenzione nelle prossime ore, segno che comunque i brindisi di ieri sono stati forse un tantino prematuri.

Per la Commissione Europea si tratta di un’altra importante sconfitta che rianimerà uno scontro feroce tra chi ritiene che l’Unione abbia il dovere di essere così aggressiva, quasi sempre con colossi stranieri, ma questo è un altro punto, e chi ritiene che invece questo tipo di comportamenti siano una parte delle cause che tengono tante imprese lontane dal suolo europeo.

Il discorso tangente sarà poi quello dell’accountability di chi avvia certe azioni, che hanno comunque dei costi, e che per diversi dei casi più eclatanti sono risultati in un nulla di fatto in termini di risultati. Una situazione angosciante che però forse contribuirà poco a far cambiare le cose.

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