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Ancora fuga di capitali da Pechino. Peggiora outlook CNY

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Continua il tam tam di preoccupazioni per le sorti del renminbi, la valuta nazionale cinese. Nonostante diverse misure a tutela del cambio – e nonostante alcune di queste siano state rimosse in quanto avevano raggiunto il loro obiettivo – gli analisti continuano a temere ulteriore debolezza di CNY sulle piazze internazionali. A corroborare tali tesi i dati sull’outflow dei capitali dalla Cina, nonostante le misure implementate da Pechino.

Una situazione che si aggiunge ad un quadro già parecchio fosco anche per l’economia interna, che non dovrebbe essere una novità per chi segue TradingOnline.com e alla possibilità – o forse sarebbe il caso di dire scelta, di certi fondi di reindirizzare investimenti sull’India, ritenuta forse a buon diritto il prossimo possibile traino per l’economia globale. Una situazione certamente complessa, che va analizzata sia per chi è esposto verso CNY, sia per chi ha investimenti (o sta pensando di farli) su titoli che sono o denominati in CNY o sono molto legati all’economia cinese.

Ancora outlook negativo su CNY

Ancora fuga di capitali, nonostante le misure di Pechino

Pechino ha messo in piedi diverse misure, tutte però spot e prive del carattere dell’organicità, per tutelare il valore di CNY sulle piazze internazionali. Misure che sono andate dalle limitazioni per l’import di oro, a limitazioni anche per l’acquisto di valuta straniera da parte dei soggetti privati e para-privati. Misure che però hanno avuto un effetto limitato sui mercati anche se – come nel caso di quella sull’oro – sono state sospese perché ritenute di successo.

Ci vorrà di più, questa è l’opinione comune che condividono anche gli analisti di TradingOnline.com – affinché si possa invertire un trend per lo yuan sembra essere segnato. Ci sono diversi fattori di cui tenere conto per chi vorrà posizionarsi nei prossimi giorni e nelle prossime settimane su CNY.

CNY ancora al centro delle analisi

Differenziale dei tassi: è il fattore più importante per ora

Il differenziale dei tassi di interesse è facile da calcolare. Si effettua una sottrazione tra il più alto dei due tassi di riferimento delle valute che vogliamo confrontare e abbiamo un buon indice di forza della prima rispetto alla seconda.

Per questo specifico fattore l’outlook di CNY non sembrerebbe essere granché positivo. Euro e Dollaro sono al centro di politiche monetarie restrittive che, stando a quanto pronunciano in pubblico i governatori delle banche centrali, anche in caso di stop agli aumenti manterranno comunque i tassi su livelli elevati piuttosto a lungo.

Questo si traduce in un esercizio del differenziale protratto nel tempo, che gioca a sfavore del valore dello yuan sulle piazze internazionali. Sia nei confronti del dollaro USA, sia nei confronti dell’euro, per quanto si ritenga che BCE sarà costretta ad allentare la presa prima degli omologhi di Washington.

Controllo politico

La coperta è sempre troppo corta anche per le economie centralizzate come quelle della Repubblica Popolare Cinese. È vero che forse Pechino ha più facilità nell’imporre restrizioni alla circolazione dei capitali, ma è altrettanto vero che questo tipo di misure ha un costo, che si rifletterebbe su un’economia che già non è in buone condizioni.

La scommessa, per chi vuole puntare sullo yuan o su asset denominati in questa valuta, è che i ministeri di Pechino riusciranno in un gioco di equilibri che difficilmente riesce: controllare i capitali quanto basta per dare forza allo yuan. Gioco di equilibri che sembra troppo anche volendo considerare la classe dirigente cinese come estremamente competente.

I fattori – per ora – giocano tutti a sfavore dello yuan. E per invertire il trend – e anche la narrativa degli analisti – servirà ben altro. Qualcosa che per il momento sembra essere al di fuori del controllo di Pechino: crescita economica, domanda globale, problemi demografici. Problemi che, tra le altre cose, richiedono in genere del tempo per essere risolti.

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