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I fondi scommettono sull’India per il post-Cina

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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La finanza globale ha un nuovo astro nascente. Dopo aver abbandonato in fretta e furia la Cina, falcidiata da problemi interni, da domanda globale bassa e necessità di riforme strutturali, i grandi gestori e le società di investimento sembrerebbero guardare con sempre maggiore convinzione all’India. E dopo averlo fatto intendere tra le righe, ora si spendono in prima persona sulle principali testate finanziarie globali. A guidare quella che probabilmente diventerà a breve una lunga carovana è VanEck, che tramite la responsabile dei mercati emergenti delinea la sua prossima strategia.

L’India, dicono, sarà un astro nascente per i prossimi anni, e questo sarebbe dovuto alle riforme strutturali che il paese ha implementato nel recente passato e che l’hanno staccata, aggiungono i nostri analisti, dalla stagnante situazione cinese. Cambio di narrativa dunque repentino, con i mercati globali che sembrerebbero aver individuato la prossima gallina dalle uova d’oro. Quanto questa narrativa sarà credibile e quanto terrà anche davanti ad un eventuale ritorno cinese, sarà però da valutare.

I mrcati puntano sull’India

Parla VanEck: è l’India il prossimo obiettivo

Morto un Papa, se ne fa sempre un altro. E se l’economia di Pechino scricchiola, ecco che gestori e investitori istituzionali hanno già trovato un rimpiazzo per i loro capitali. È l’India, non esattamente una novità per gli investitori, che però mai come adesso aveva trovato spazio sulle prime pagine delle grandi testate che si occupano di finanza e investimenti. A parlare in prima persona – e a aprire le danze in questo senso – è Natalia Gurushina – che per il gestore di fondi si occupa dei mercati emergenti.

Secondo quanto affermato da Gurushina, i gestori avrebbero preso atto del rallentamento cinese (e dei problemi strutturali che questo potrebbe rappresentare) e avrebbero già cominciato a ridirigere i loro capitali verso l’America Latina e – in modo più importante – verso l’India. A rendere l’India così attrattiva è un mix di fattori: dall’importante popolazione e dunque dalle dimensioni anche della sua economia interna, fino alle riforme strutturali che oggi hanno messo il paese in posizione – difficilmente contestabile – di pole position.

Sarà l’India il nuovo motore dell’economia globale?

Cina troppo legata ai cicli, ma…

La Cina, sempre secondo il parere dell’autorevole dirigente di VanEck, ha un altro problema. Il suo andamento – come dimostra lo storico degli ultimi 20 anni, è troppo legato al ciclo economico. In altre parole è estremamente raro vedere la Cina performare in modo interessante quando l’economia globale rallenta. Una situazione, aggiungiamo noi, facilmente spiegabile con la natura del prodotto interno cinese, ancora fortemente ancorato alla manifattura e poco ai servizi maggiormente scalabili e meno legati al ciclo.

Una lettura che apre però a ripensamenti anche sul breve periodo, in particolare nel caso in cui il trend mondiale dovesse invertirsi in virtù di un soft lading di Washington, ammesso che questo possa essere davvero il caso. Una situazione che merita attento monitoraggio da parte di chi investe nei mercati emergenti e valuta le prossime allocazioni di capitale.

I problemi della Cina

La Cina è considerata il grande malato dell’attuale ciclo economico. Oltre ai problemi derivanti dal calo della domanda globale, l’economia di Pechino sta affrontando importanti outflow di capitali, problemi demografici importanti, alti tassi di disoccupazione giovanile e problemi al più importante dei settori dell’economia cinese, quello immobiliare.

Nubi dense nei cieli economici di Pechino, un’economia che però ha dimostrato più volte in passato di poter invertire trend e aspettative dei mercati, sempre però in parallelo con il ciclo economico globale. Ciclo economico globale sul quale in pochi sono pronti a scommettere.

È forse presto però per individuare alternative ed essere certi che onoreranno questo ruolo, per quanto l’India sia diventata il nuovo pallino del capitalismo globale, dei fondi e dei gestori.

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