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Apple: Barclays affonda anche i fornitori di Cupertino
Il downgrade dell’outlook di Apple per mano di Barclays non ha soltanto impattato sulle quotazioni di $AAPL, ma anche su quelle dei principali fornitori asiatici dell’azienda di Cupertino. Sessioen da dimenticare per TSMC, che ha perso nella sessione mattutina oltre il 2%. Brutte performance anche da parte di Hon Hai, che è poi la società che opera Foxconn, che si preoccupa di assemblare una parte rilevante dei prodotti di Apple. Male anche Samsung e Hynix, che si occupano di chip per il gruppo fondato da Steve Jobs.
Non si tratta soltanto però dell’opinione di Barclays a contare per i mercati, ma piuttosto le motivazioni che hanno portato al downgrade: le vendite di iPhone starebbero infatti procedendo a rilento e questo, per un’azienda che deve buona parte dei suoi ricavi proprio a questa linea di prodotti, è un problema. Problema che è stato subito prezzato dalle borse USA, che hanno portato $AAPL a chiudere con un poco incoraggiante -3,58%.
Continua il periodo nero di Apple: ora ci si mette anche iPhone
Che gli ultimi mesi di Apple non fossero proprio sotto la migliore delle stelle se ne erano accorti un po’ tutti, anche a causa delle evoluzioni della questione che riguarda la proprietà intellettuale degli Apple Watch. Se in quel caso però si parlava di un prodotto non così fondamentale per i ricavi di Apple, ora c’è da tremare, perché è di iPhone che si discute. Le vendite di iPhone 15 non starebbero procedendo come quelle dei modelli precedenti, indice di una debolezza però non di Apple, ma più in generale di un settore piuttosto saturo e dove la clientela sta mostrando ormai da tempo una certa stanchezza.
Non tutti sono d’accordo con questa previsione: Ray Wang ha parlato infatti di un range tra i 200 e i 300 milioni di dispositivi che dovranno comunque essere sostituiti nel corso dei prossimi 24 mesi, numeri incoraggianti per il gruppo di Cupertino. A prescindere però da certe analisi, appare evidente un rallentamento su scala globale del prodotto di punta dell’azienda che fu fondata da Steve Jobs, complice anche uno scenario macro che aiuta poco la vendita di prodotti con un prezzo premium rispetto a quello della concorrenza.
Ci sarà ora da considerare se la reazione dei mercati sia da considerarsi come eccessiva, cosa che verrà determinata dalla sessione odierna del NASDAQ, in un quadro di scarso entusiasmo in apertura di anno dopo un’incredibile corsa che ha chiuso il 2023 per il comparto azionario USA.
Soffrono anche i fornitori
E non potrebbe essere altrimenti. iPhone genera volumi di vendite tali da essere una parte rilevante del business di tutti o quasi i fornitori di Apple. Nel corso dell’odierna sessione asiatica hanno perso terreno LG, Kospi, Hynix, Samsung, Hon Hai (Foxconn) e anche TSMC. Parliamo di aziende che producono dagli schermi fino ai chip, passando per le memorie utilizzate dai prodotti di punta di Apple e che da un allentamento di iPhone non hanno che – hanno prezzato correttamente i mercati in questo senso – da perderci.
Un 2024 che dunque non si apre sotto i migliori auspici per Apple, con i target di Barclays che – pur non essendo le proverbiali Tavole della Legge – hanno già creato uno sconquasso rilevante per il titolo $AAPL e per tutto ciò che ci gravita attorno.
Una situazione difficile sulla quale pesano anche le difficoltà in Cina, mercato di enorme rilevanza per Apple che però si trova al centro di una guerra commerciale con Washington che potrebbe colpire proprio le aziende più rappresentative della grande industria americana. Non solo Apple, ma tutti i più riconoscibili marchi a stelle e strisce.