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Apple: trimestrali sotto aspettative, titolo perde 3% after-hours

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Cupertino, abbiamo un problema. Apple manca i target fissati dagli analisti, le azioni perdono il 3% sulle piazze al termine di una fase già poco entusiasmante e si addensano nubi cariche di preoccupazioni per il futuro dell’azienda fondata da Steve Jobs. Ancora vendite di iPhone in calo, risultati poco entusiasmanti sul fronte laptop (nonostante un importante vantaggio tecnologico nei confronti della concorrenza) e nonostante il tentativo del CEO Tim Cook di rassicurare i mercati, la questione cinese ora fa paura, tanto agli azionisti diretti quanto agli investitori che continuano a ritenere Apple fondamentale per l’intero mercato azionario.

Debolezza anche per wearable e iPad, con tutta la linea di prodotti che viene offerta dalla società di Cupertino che ha fatto registrare vendite molto poco entusiasmanti: problemi che arrivano dalla Cina, dove i prodotti Apple stanno soffrendo sia un calo della domanda generale, sia una maggiore concorrenza da parte dei prodotti di Huawei. Al quadro già poco edificante si aggiungono anche i noti problemi di Foxconn e l’incertezza sulla capacità dell’azienda di diversificare i propri fornitori, in una fase di mercato dominata da una guerra commerciale che vede Stati Uniti e Cina ai ferri corti.

Risultati Q3 al di sotto delle aspettative

Apple: trimestrali al di sotto delle aspettative. Titolo giù e outlook negativo sul futuro dell’azienda

Continua il brutto momento per Apple, per un 2023 che verrà ricordato come un anno certamente da dimenticare per il gruppo fondato da Steve Jobs e Steve Wozniak e che oggi è il più rilevante produttore di elettronica di consumo. Il gruppo paga la crisi cinese, ma anche – secondo gli esperti – una lunga fase gestita dal CEO Tim Cook con il cruise control, con prodotti che ormai da troppo tempo sono miglioramenti iterativi rispetto ai modelli precedenti. Forse è presto per valutare se il tocco magico di Apple sia effettivamente sparito, così come è prematuro organizzare un funerale per un’azienda che ha fatto comunque registrare quasi 90 miliardi di dollari di revenue, in calo di un modesto 1% anno su anno.

Il gruppo, nonostante trimestrali che non sono positive rispetto alle precedenti, cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno: calo ridotto rispetto al 2022 nonostante lo spettro della recessione e le complicate condizioni economiche globali, maggior numero di dispositivi attivi di sempre, EPS diluito che cresce del 13%. Non è bastato però raccontare della parte piena del bicchiere per far dimenticare quella vuota.

Il momento che in tanti aspettavano

Di critiche sulla gestione di Tim Cook, impeccabile sul piano organizzativo ma forse senza quella scintilla che ha da sempre reso Apple una società decisamente sui generis, ce ne sono in realtà da tempo. Di fronte però a risultati economici incredibili, in pochi avevano – giustamente – preso sul serio certi strali delle vedove di Steve Jobs, quegli analisti secondo i quali l’azienda non avrebbe mai potuto mantenere la sua leadership senza la guida illuminata del fondatore.

Oggi che i numeri non sono più quelli di un tempo, per quanto le analisi siano esacerbate anche dalla voglia di titolo shock da parte dei giornali, qualcuno prende tali critiche maggiormente sul serio. La linea di prodotti non entusiasma più, l’azienda non è sul mercato con un prodotto innovativo ormai da qualche anno e anche sul recente visore ci sono dubbi sia sulla capacità di conquistare mercati, sia di diventare poco più che un gadget per ricchi e ricchissimi.

Per quanto tali preoccupazioni siano legittime, in particolare per un’azienda che la più capitalizzata al mondo, c’è anche però da analizzare i dati per quelli che sono, senza trattare $AAPL come se debba fare di più che semplici profitti. Parliamo di un’azienda il cui stato economico è eccellente, la cui fedeltà dei consumatori è qualcosa che i concorrenti possono soltanto sognare e dove il premium sui prodotti venduti è ancora molto importante. Il -3% fatto registrare a borse chiuse è una reazione prevedibile a certi numeri, ma che forse amplifica eccessivamente la realtà dei fatti.

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