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Arabia Saudita: un buon 2023 per Tadawul, anche senza Saudi Aramco

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Per l’ultima giornata di trading dell’anno, almeno nei paesi che non seguono il calendario delle economie occidentali, altri buoni segnali dal settore azionario saudita, che dopo aver cancellato i gain del 2023 in seguito alla guerra tra Israele e Hamas, si appresta a chiudere l’anno con un incoraggiante +20% per il suo indice più rappresentativo. Si tratta di una risposta di grande spessore da parte di questa borsa, durante un anno che avrebbe potuto essere fonte di preoccupazioni da diversi angoli.

Su quello geopolitico c’è forse poco da aggiungere: la guerra tra Hamas e Israele incorpora il rischio dell’estensione del conflitto anche ai paesi limitrofi e – nonostante un atteggiamento attendista dei sauditi – avrebbe potuto presto interessare anche direttamente Riad. Sul fronte del prezzo delle materie prime e in particolare del petrolio, dal quale il grosso dell’economia saudita dipende, i prezzi bassi dovuti anche ad un impegno maggiore in termini di estrazione da parte degli Stati Uniti d’America non sembrerebbero aver impattato granché sull’andamento della borsa locale. Si chiude così in 2023 di belle speranze e che potrebbe fare da catalizzatore per un 2024 sulla cresta dell’onda.

Tadawul recupera dopo la crisi geopolitica in Medio Oriente

Aria di tagli di tassi che piace anche a Riad

A fare da catalizzatore per un ultimo trimestre del 2023 segnato da gain importanti per la borsa saudita ci sono le aspettative sui tagli dei tassi a Washington già a partire dalla prima metà del 2023. Aspettative che sono maturate non solo per certe determinazioni effettuate dai mercati, ma anche per le proiezioni dei membri del FOMC, che vedono come più probabile una situazione nella quale ci saranno tagli per almeno 75 punti base nel corso dei 12 mesi.

Tanto è bastato per garantire alle borse americane una chiusura del 2023 molto vicina ai massimi storici e tanto è bastato anche alla borsa saudita per recuperare quanto perso durante le fasi di massima tensione tra Israele e Hamas. Un 2023 che si chiuderà con un importante +20% dai minimi raggiunti a marzo e con un +13% anno su anno, segno di una certa resilienza da parte di un’economia certamente legata in modo importante all’andamento del petrolio.

Buona la performance nonostante le difficoltà di Saudi Aramco, che nel corso degli ultimi 3 mesi ha perso il 6% proprio in relazione all’andamento non brillante del mercato del petrolio.

E per il Tadawul All Share Index si chiude dunque un 2023 che sarà forse non memorabile, ma al tempo stesso assolutamente da non dimenticare, date anche le preoccupazioni con le quali si era aperto l’anno e che avevano portato a dei minimi poco entusiasmanti nel marzo di questo anno.

In tanti puntano sul picco delle tensioni, anche geopolitiche

Sono in molti tra gli analisti e gli investitori a puntare sul fatto che il picco delle tensioni tra Israele e Hamas sia ormai alle spalle, per quanto permangano problemi nel Mar Rosso in via però di soluzione grazie ad un impegno congiunto di carattere militare da parte di diversi paesi occidentali.

Con le tensioni che si sgonfiano, per quanto sia ancora lontana la risoluzione del conflitto, l’outlook sulle economie del Golfo rimane positivo così come rimane positivo anche su Riad, in una fase assai particolare – e di lungo periodo – per l’economia saudita. Si punta a diventare player internazionali anche in altri settori, da quello finanziario a quello delle infrastrutture, non senza operazioni di PR che passano dallo sport e dalla presenza sempre più massicci anche nelle venue che contano in Europa e negli Stati Uniti.

La grande incognita per il 2024 rimane quella della tenuta del mercato del petrolio almeno su questi livelli di prezzo. Perché se è vero che si è riusciti a fare a meno della spinta di Saudi Aramco nel corso degli ultimi 3 mesi, è altrettanto vero che non sarà facile farne a meno ancora a lungo.

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