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Maersk riprende le spedizioni attraverso il canale di Suez

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Maersk, la società di spedizioni navali più grande al mondo, ha comunicato di essere pronta a riprendere le spedizioni attraverso il canale di Suez. Dopo che nelle scorse settimane gli attacchi dei ribelli Houthis basati in Yemen hanno costretto le navi a cambiare rotta, oggi i colossi delle spedizioni sono tornati a programmare decine di passaggi attraverso il mar Rosso e il canale di Suez. Sarà necessario aspettare ancora del tempo prima che la quantità di transito sia sui livelli di settembre, ma sembra che per il momento la paura sia quantomeno diminuita significativamente. Lo si deve soprattutto alla task force internazionale, di cui fa parte anche l’Italia, che si è impegnata a garantire militarmente la sicurezza attraverso il canale di Suez.

Oltre a essere un punto nodale del commercio per i beni industriali, il canale di Suez è estremamente importante per il flusso di materie prime attraverso il Mediterraneo e da qui verso l’Asia. Nei giorni scorsi, quando le spedizioni di petrolio dovevano essere dirottate attraverso Città del Capo, in media una petroliera attraversava un viaggio di 10 giorni più lungo e con $1 milione di costi medi in più per compiere la stessa tratta. Il canale di Suez è soprattutto importante per le spedizioni di gas e petrolio dal Kuwait verso l’Europa e dalla Norvegia verso i mercati asiatici, oltre che per le spedizioni di cereali dall’est Europa verso l’Africa e il sud-est asiatico.

presentazione della notizia su Maersk che riprende spedizioni attraverso Suez
Da oltre un mese, gli attacchi Houthis hanno reso pericoloso il passaggio delle navi

Solo una parte delle spedizioni attraverso Suez

La decisione di Maersk non è arrivata in solitudine: quasi tutte le principali società di spedizioni al mondo, soprattutto quelle europee, hanno annunciato di voler ritornare a spedire attraverso il canale di Suez. I passaggi programmati sono oltre 50 tra la vigilia di Natale e oggi, ma comunque rappresentano solo una parte di tutte le navi che avrebbero la possibilità di passare attraverso Suez. Né Maersk né le altri grandi società hanno voluto fornire dei dettagli concreti sul perché sia stato dirottato solo un certo numero di carichi: probabilmente è il frutto della collaborazione con la task force internazionale, che può garantire il passaggio solo di un certo numero di navi per giorno.

Nel frattempo, in ogni caso, una rotta più lunga ha significato affari d’oro per gli spedizionieri. A dicembre i prezzi per la spedizione di un container dalla Cina al Nord Europa sono aumentati in media di 700$: 500$ di costo extra per la stagione di picco e 200$ di costo extra per la necessità di percorrere una rotta più lunga. A conti fatti, questa situazione ha presentato un vantaggio per gli spedizionieri che hanno applicati prezzi più alti ai clienti rispetto ai costi sostenuti per ridirigere il traffico navale in modo da evitare il canale di Suez. Non a caso, dopo gli annunci di oggi la quotazione di tutte le principali società di spedizione -incluse le azioni Maersk- ha sofferto in Borsa con cali spesso oltre il 5%.

foto di una nave attraversando il canale di Suez
Oltre 9 milioni di barili di petrolio al giorno transitano per il canale di Suez

Cala il prezzo del petrolio in risposta alla notizia

Il prezzo del petrolio tende a salire di fronte alle situazioni di incertezza geopolitica che riguardano il Medio Oriente, la regione del mondo che ospita tutti i principali paesi produttori. Dopo gli annunci di oggi il prezzo del greggio quotato a New York è sceso del 2,30%. Difficile, però, interpretarlo come la semplice attesa che diminuisca la domanda di combustibile per le navi ora che verranno nuovamente fatte passare attraverso il canale di Suez. Piuttosto sembra essere il risultato di un calo del premio per il rischio, con gli investitori che non sono più spaventati dalla possibilità che gli Houthis possano cominciare a rappresentare una problema anche per i pozzi di petrolio in Arabia Saudita o che le loro azioni potessero portare a un escalation del conflitto a Gaza.

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