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Auto elettriche: record di vendite negli USA, ma Tesla rischia il sindacato

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Buone nuove dal settore delle vetture elettriche, almeno per le società che sono coinvolte, principalmente o collateralmente, in questo specifico comparto. Il 2023 si chiuderà con un record negli Stati Uniti, con uno share del 9% a fine anno. Numeri interessanti, in un paese che sta facendo forse meno sforzi anche sul fronte pubblico per questo settore. E mentre le società del mondo auto possono godersi in risultato – che condivideranno a breve con gli azionisti – c’è chi negli USA si lamenta del ritardo rispetto alla Germania e Cina. Il settore auto, forse dichiarato decotto prima del tempo, continua a essere al centro delle discussioni economiche.

Per la prima volta saranno stati venduti negli Stati Uniti più di 1 milione di veicoli elettrici in un anno solare, con la somma che dovrebbe attestarsi – manca poco al dato ufficiale – tra 1,3 e 1,4 milioni di vetture, almeno secondo i dati che sono stati diffusi da Atlas Public. Un guadagno significativo per il settore, che apre però ad altre discussioni sullo stato di salute dell’intero settore auto, a partire da quello dei posti di lavoro degli addetti.

EV: record negli USA

Settore caldo, non solo per le vendite

Il settore auto USA ha attraversato una delle fasi più calde della sua storia. Mentre si sono da poco concluse le trattative con il sindacato da parte delle principali società del comparto (le tre che hanno addetti sindacalizzati), il capo di UAW promette il tentativo di sindacalizzazione anche per quelle società – principalmente straniere – che operano negli USA senza però essere sindacalizzate. Il discorso si incrocia con la crescita del settore EV anche su altri livelli. Il primo è quello del futuro degli addetti: il settore EV ne impiega, per motivi tecnologici, meno di quelli del settore delle auto classiche con motore termico – e questo è uno dei problemi che è stato anzitempo rilevato dal sindacato, che ha appunto negoziato i numeri di posti di lavoro anche per il futuro, a tutela degli addetti attualmente impiegati.

Dall’altro lato è interessante anche perché finiranno all’interno del calderone del settore auto anche i lavoratori del comparto batterie che diventa così indotto diretto di quello dell’auto, con tutto quello che ne consegue per l’organizzazione del lavoro nel settore auto. Ultimo, e non meno importante, il sindacato punta a entrare anche da Tesla, che di questo settore è forse l’azienda più importante sia dal lato della produzione che delle vendite, almeno negli Stati Uniti.

Il mercato dovrà fare i conti però con diversi ostacoli

Prezzi giù: quanto hanno aiutato?

Prima di brindare ai risultati del comparto, per gli investitori in Tesla ci sarà da valutare l’impatto dei prezzi fortemente scontati praticati dalla società di Elon Musk e che si dovrà vedere quanto avranno contribuito a questo straordinario risultato. I problemi, d’altronde, sono dietro l’angolo. Il costo del capitale e dei finanziamenti impatta più immediatamente sul comparto dei mutui, ma fa sentire prima o poi il suo potere distruttivo anche sugli acquisti dei beni cosiddetti durevoli, come le autovetture.

I costi di produzione però sembrerebbero essere in discesa, cosa che potrebbe dare una mano ai produttori del comparto anche a fronte di prezzi di vendita mediamente più bassi. Il litio è lontano dalle performance che tutti si aspettavano, così come i processi stanno diventando certamente più efficienti.

Chi vuole cercare di leggere il futuro di questo comparto dovrà tenere conto dunque di tutti questi fattori: le vendite vanno bene, i costi di produzione sono in discesa, ma il mercato, soprattutto in assenza di incentivi e con costi di finanziamento così alti, dovrà trovare una quadra, tenendo conto anche della crescente pressione che arriva dai sindacati.

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