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UAW e Ford: c’è l’accordo. Che faranno Stellantis e GM?

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Per quanto manchi ancora la formalizzazione e la ratifica dello stesso, ci sarebbe accordo tra UAW, il sindacato che rappresenta i lavoratori dell’auto negli Stati Uniti, e Ford, una delle tre società coinvolte nell’ondata di scioperi che si protrae da almeno 6 settimane. L’accordo ha visto Ford aprire a concessioni che sono del 50% rispetto a quelle inizialmente proposte dal gruppo dell’auto. I sindacati cantano vittoria – con l’accordo che potrebbe esercitare pressioni importanti sui due gruppi rimanenti tra quelli colpiti dall’ondata di scioperi.

Stellantis e General Motors dovranno con ogni probabilità allineare le loro offerte a Ford per sperare di poter interrompere gli scioperi e tornare alla produzione, con lo stop imposto dai lavoratori che ha colpito da qualche giorno anche gli impianti delle due aziende che sono i più produttivi negli USA.

Accordo trovato tra UAW e Ford

Ford è la prima a cedere: arriva un accordo preliminare

È un accordo preliminare, che sarà valido tra le parti per un tempo ristretto entro il quale si dovrà procedere alla firma. Ed è senza dubbio una vittoria di UAW e del suo presidente Shawn Fain. Parliamo di un aumento della base salariale di oltre il 25%, con ulteriori benefit in parte legati all’aumento del costo della vita. Secondo i classici conti della serva, i lavoratori coinvolti nell’accordo arriveranno a guadagnare più di 40$ su base oraria.

Si tratta di uno degli aumenti più importanti di sempre per i lavoratori di questo settore – che è stato ottenuto con una escalation di scioperi – che ha colpito le società che producono auto negli Stati Uniti e che devono fare i conti con lavoratori sindacalizzati. Se si darà seguito all’accordo, la patata bollente finirà nelle mani di Stellantis e General Motors, società che invece non hanno ancora raggiunto un accordo con il sindacato.

Per quanto UAW abbia seguito delle strategie diverse rispetto agli omologhi canadesi, il risultato è stato pressoché identico: la prima a cedere è stata infatti Ford, che anche per dimensioni avrà il potere indiretto di costringere a accordi simili anche le altre società del comparto.

Si tornerà alla normalità, almeno da Ford

Si attendono reazioni da parte dei mercati

Alla riapertura delle borse si attendono reazioni sia da parte delle azioni di Ford, sia di quelle di General Motors. Stellantis, almeno sulle piazze europee, sta invece perdendo quasi l’1%, in line aperò con una giornata certamente poco entusiasmante per le borse europee, in attesa anche delle decisioni sui tassi della Banca Centrale Europea.

Tra gli analisti si respira un cauto ottimismo però, sia per le società coinvolte (per quanto queste dovranno fare i conti con aumenti sostanziosi) quando per l’economia statunitense in generale, che cominciava a temere un’ulteriore favore alla recessione incombente derivante proprio dalla situazione a Detroit (e in altre città degli USA, in realtà).

Tutto è bene quel che finisce bene? Prima di cantare vittoria ci sarà da firmare ‘accordo e poi di passarlo al setaccio – individuando che tipo di accordi collaterali contiene. Sul tavolo c’erano infatti anche discussioni su garanzie di livelli occupazionali messi a rischio dalla crescita del settore EV.

Un settore EV che sta letteralmente ridisegnando il panorama del mercato auto – con grandi gruppi che un tempo erano giganti del comparto che ora si trovano a inseguire tanto i produttori cinesi, quanto Tesla.

Uno dei mercati più statici si è trasformato nel giro di pochi anni in comparto di speculazione per i trader che amano le avventure. E gli scioperi – che non riguardavano soltanto i salari – sono stati soltanto l’ultima di una serie di cambiamenti epocali che travolgono l’automotive da tempo. Questo mentre anche gruppi solidi e storici come Volkswagen si trovano in difficoltà.

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