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Azionario USA: è record per S&P 500. I mercati scommettono su…
Contro ogni consiglio degli adulti dell’economia. Contro ogni avviso dei falchi delle banche centrali, SPX500 e NASDAQ100 hanno chiuso la settimana ai massimi storici. La scommessa, che in realtà è sul tavolo da tempo, è chiara: ci sarà un soft landing, sarà accompagnato da tagli ai tassi piuttosto aggressivi e al tempo stesso tutto andrà per il verso giusto. Una scommessa che per una parte considerevole degli analisti economici non solo è rischiosa, ma conferma al tempo stesso atteggiamenti tipicamente e eccessivamente ottimisti da parte degli operatori di mercato.
Il dato principale rimane comunque questo: è un momento molto felice per i principali indici azionari e sono in pochi a voler riconsiderare queste posizioni. E, nonostante una breve riconsiderazione delle suddette posizioni ad inizio anno, si è tornati a crescere facendo appunto registrare livelli che mai nella storia si erano visti. Questo al netto non solo degli inviti alla calma del gruppo di Jerome Powell, ma anche dell’incertezza economica che continua a montare su diversi dei mercati più importanti per la crescita globale.
Record per l’azionario USA, nonostante le preoccupazioni
Le preoccupazioni per l’andamento dell’economia USA e più in generale per l’economia globale non sembrerebbero aver intaccato l’ottimismo dei principali operatori di mercato. I due indici più importanti e rappresentativi dell’azionario USA, SPX500 e NASDAQ100 hanno infatti fatto registrare i massimi storici in chiusura di una settimana piuttosto brillante e che ha riportato le quotazioni sopra quanto si era fatto registrare per l’ultima volta nel 2021. Atteggiamento per molti eccessivamente ottimista, mentre rimangono irrisolte diverse questioni che invece non fanno dormire sonni tranquilli né a Federal Reserve né a BCE.
L’inflazione non è ancora sconfitta, la crescita economica è un lontano miraggio almeno a certe latitudini e più in generale con un mercato del lavoro ancora così forte, le ragioni dei tagli si fanno decisamente più fiacche. Tanto da aver fatto intendere che a Francoforte non se ne parlerà prima di giugno e che, è venuto fuori più recentemente, che a Washington non ci sarà verso di discuterne prima di maggio.
Un vecchio adagio di Wall Street invita gli operatori di mercato, gli speculatori e i trader a non combattere Fed. Adagio però che a vedere la crescita incredibile dei due principali indici della borsa USA non sembra essere stato recepito. Una corsa basata sul questa volta sarà diverso che ha fatto preoccupare quasi tutti, tranne appunto i long sul mercato.
E se avessero ragione i mercati?
In realtà ci sono, a seconda dell’angolo dal quale si voglia guardare alla questione, dati che sembrerebbero corroborare l’ottimismo degli investitori. La fiducia dei consumatori, almeno negli USA, è su buoni livelli. Così come continuano a procedere su buoni livelli le vendite retail. Non esattamente dati da recessione e certamente materiale per un discreto ottimismo. Magari su livelli più bassi di quelli fatti registrare dai principali indici, ma comunque non privo di qualche solida base nei dati.
D’altronde era stato lo stesso Jerome Powell a ripetere, più volte, che questa volta la situazione era diversa, che un soft landing è possibile, che le proiezioni di Fed non vedono una recessione importante all’orizzonte. E questo è stato più importante degli inviti alla calma, dell’invito ad operare con il massimo raziocinio possibile, dell’invito ad aspettare che arrivino dati più concreti.
Si naviga a vista, ma con il vento in poppa. E servirà relativamente poco tempo per capire se la scommessa dei mercati sarà stata giusta, oppure se si sarà trattato dell’ennesima cantonata che spesso ha preceduto una recessione difficile da gestire.