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Bank of Japan alza i tassi dopo 17 anni. Incertezza sui prossimi passi affonda lo yen contro il dollaro.

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Quanto tutti si aspettavano è infine accaduto: il Giappone, a 17 anni di distanza dall’ultima volta, è tornato a alzare i tassi di interesse di riferimento, portandoli da -0,10% a 0,00%. Un rialzo certamente modesto, sulla parte bassa dello spettro delle possibilità e che non cambia di molto lo scenario rispetto a qualche settimana fa. Questo, in aggiunta all’incertezza che è emersa a ogni livello per quanto riguarda eventuali rialzi futuri, ha contribuito ad una fase di debolezza importante dello yen giapponese nei confronti del dollaro, in una situazione che rimane di grande instabilità.

I mercati avrebbero con ogni probabilità preferito un approccio più deciso, più convinto e più ricco di particolari sulle prossime mosse. Cose che non sono arrivate – con la decisione per i rialzi che addirittura non è stata unanime – concomitanza di fattori che ha contribuito a una giornata certamente non memorabile per lo yen. E ora si apre il toto-previsioni sul futuro di una valuta che gli analisti vedevano in forte rialzo lungo tutto il 2024 e che invece ora si trova di nuovo molto vicina al livello di guardia dei 152.

Yen perde contro dollaro, decisione di Ueda non entusiasma long su JPY

Bank of Japan scontenta tutti: yen perde terreno, incertezza aumenta

La decisione era ormai scontata, in quanto già comunicata dai massimi vertici delle politiche monetarie del Giappone attraverso i canali media più affidabili. Il rialzo è stato modesto: con i tassi che sono tornati a zero e che segnano anche la fine dell’ultima politica monetaria con tassi negativi del pianeta. Oltre al fattore storico, c’è però per il momento poco di cui discutere.

Sono mancati infatti segnali per comprendere eventuali rialzi futuri e anche soltanto per immaginarne l’esistenza, seguitando così in un percorso di comunicazioni poco chiare da parte dell’istituto guidato da Kazuo Ueda. I mercati hanno reagito offrendo ulteriori spunti ribassisti allo yen, che viene scambiato nel momento in cui scriviamo sopra i 150 contro il dollaro.

Una situazione complessa e per molti inintellegibile, che ha offerto al tempo stesso una sponda rialzista alla borsa di Tokyo, una delle poche in territorio positivo al termine di una sessione asiatica di perdite diffuse.

Finisce inoltre anche la YCC, politica di una certa di complessità per il controllo dei tassi anche di medio e lungo periodo sul debito pubblico giapponese, per quanto Bank of Japan abbia comunque confermato un suo impegno di acquisto sui bond a lunga scadenza nel caso in cui questo dovesse confermarsi come necessario.

Il differenziale rimarrà molto ampio

Kazuo Ueda non prende impegni

Kazuo Ueda passerà alla storia come forse il più grande equilibrista mai a capo di una banca centrale di una certa rilevanza. Se il target dei tassi è stato infatti aumentato, al tempo stesso si giura impegno per mantenere delle condizioni che egli stesso ha indicato come accomodanti, in un ritorno ad una sorta di normalità che dovrà essere per forza di cose graduale.

I mercati però si interrogano sulle prossime mosse di Bank of Japan, senza che da conferenze stampa e comunicati tramite giornali che abbiano offerto alcun tipo di indicazione sui tassi del futuro.

Sic stantibus rebus e con Federal Reserve che questa sera manterrà i tassi invariati, il differenziale dei tassi tra yen e dollaro, così come tra yen e euro, rimarrà ampio abbastanza da esercitare pressioni ribassiste sullo yen ancora a lungo.

Questo a patto che non ci siano quei cambi repentini di sentiment che hanno contraddistinto il mercato forex da fine 2023 a adesso. Cambi repentini che non sembrano avere alcun tipo di intenzione di cessare, data anche l’incertezza con la quale comunicano non solo Ueda e i giapponesi, ma anche i governatori delle banche centrali europee e degli Stati Uniti.

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