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BCE decide sui tassi giovedì. Avviso dai principali gestori
Tre dei più importanti gestori presenti sulle piazze europee non sembrano essere granché d’accordo con il resto dei mercati. Il tema è quello dei tassi imposti da Francoforte, tassi che secondo le mosse di Vanguard, Legal & General e Robeco potrebbero non aver ancora raggiunto il picco. Picco che invece i mercati hanno già prezzato e che potrebbe essere pertanto foriero di problemi con la sua assenza. A pesare sull’outlook europeo – e sulla possibilità che si sia già raggiunto il picco – i noti problemi energetici del continente, che lo rendono più esposto ai prezzi in risalita per le commodities.
I mercati però – con testardaggine – continuano a prezzare uno stop per il prossimo incontro di BCE – e soltanto al 10% la possibilità che durante incontri successivi ci sia un rialzo di 25 punti base. Ipotesi ottimistiche secondo appunto i gruppi sopracitati, che non sembrerebbero essere persuasi del fatto che BCE possa già tirare i remi in barca.
Vanguard, Robeco ritengono eccessivo l’entusiasmo dei mercati
L’Europa, afferma Christopher Jeffrey per Legal & General, è in una posizione di maggiore vulnerabilità rispetto a tutte le altre principali economie del pianeta. E data la situazione di cui sopra, BCE potrebbe essere tra le poche banche centrali a non potersi concedere il lusso di tirare già i remi in barca. L’economia europea potrebbe infatti subire maggiormente le conseguenze di un mercato energetico che prepara i motori per una stagione fredda preoccupante sul fronte dei prezzi.
Non sarà una decisione facile: BCE dovrà fare i conti con una situazione economica nell’area Euro già preoccupante. La Germania è in crisi e difficilmente una crescita francese riuscirà a fare quanto serve per traghettare l’intero continente. Con premesse economiche del genere, sarà certamente difficile per BCE e per Christine Lagarde optare per dei rialzi, magari anche modesti, dei tassi di interesse rispetto a quelli attuali.
Il passo è stretto e non è detto – almeno secondo le analisi dei gestori, che sia BCE a decidere: le pressioni dovute all’inflazione potrebbero imporre misure impopolari – anche a livello politico e non più soltanto in Europa – per quanto i mercati fatichino ancora a ritenere questa ipotesi come credibile.
Peseranno anche le ulteriori preoccupazioni che arrivano dal conflitto in Israele, che ha già impattato in modo considerevole sul prezzo del greggio, così come pesano preoccupazioni sullo stato del Canale di Panama, che da novembre abbasserà ulteriormente il numero di natanti ai quali sarà consentito l’accesso. Di preoccupazioni, di conseguenza, non sembra che ce ne siano poche. E a subirne l’impatto più immediato potrà essere proprio l’Europa.
Tutti d’accordo sullo stop per la prossima decisione, ma poi si entra in territori inesplorati
In realtà anche i gestori di cui sopra sembrano essere pienamente d’accordo sul mancato dei rialzi per la prossima tornata, fissata per giovedì 26 ottobre. Il dissenso esiste per le prossime decisioni, con i mercati che rimangono ancora ottimisti sul fatto che i tassi attuali saranno quelli di picco per questo ciclo, mentre i tre gestori di cui sopra rimangono aperti alla possibilità appunto che BCE sarà tirata per la giacca da un’inflazione sticky sulla quale potrebbero giocare al rialzo questioni geopolitiche che sono pienamente al di fuori del controllo della stessa banca centrale.
Rimarrà da valutare anche il braccio di ferro tra politica, ormai insofferente a ulteriori rialzi non solo in Italia, necessità di intervento e preoccupazioni per una recessione che in Europa appare più probabile che negli Stati Uniti, per quanto il ciclo di politiche monetarie restrittive sia stato più tenue rispetto agli Stati Uniti. La questione inoltre riguarderà anche il mercato del Forex, con l’Euro che ha un outlook negativo anche in virtù del fatto che i mercati continuano a ritenere BCE come meno propensa a ulteriori rialzi, al contrario di quanto affermano appunto Vanguard e gli altri.