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BCE: parla Luis de Guindos, e lancia un allarme

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Luis de Guindos, vice-presidente della Banca Centrale Europea, lancia l’allarme. Per l’ultimo trimestre del 2023 ci si aspetta un’ulteriore contrazione economica per l’eurozona, contrazione che sarà certificata con i prossimi dati che saranno disponibili. Una situazione – ed è per questo che de Guindos è intervenuto sul tema – che pone la BCE in una situazione molto scomoda. Da un lato l’inflazione che ha fatto registrare recentemente un importante rimbalzo, per quanto previsto, dall’altro una situazione economica che non promette nulla di buono, come anticipa anche quanto sta maturando in Germania, paese che è da ormai un paio di decenni la locomotiva di tutta l’eurozona.

Una situazione difficile, che costringerà l’istituto che de Guindos rappresenta a prendere delle decisioni dato per dato, quello che in altre parole a Washington definivano navigazione a vista. Monta così l’incertezza a catena non solo sul settore azionario, ma anche su quello del Forex, situazione di incertezza che però avevamo correttamente anticipato proprio su queste pagine.

Continuano le preoccupazioni in BCE

Dati ancora incerti, e intanto l’economia dell’area euro arretra

I dati sull’inflazione che arriveranno per il prossimo mese saranno più importanti di quanto avremmo potuto immaginare soltanto qualche settimana fa. Dopo il rimbalzo certificato dagli ultimi dati arrivati, la scommessa dei trader sarà su un’inflazione che riprenderà o meno a scendere. È questo il quadro che è stato descritto anche da de Guindos, vice-presidente di BCE, che in un intervento a Madrid ha sottolineato le difficoltà che BCE si aspetta di incontrare nel corso delle prossime settimane e dei prossimi mesi.

Decisioni che saranno difficili, perché oltre la già indicata preoccupazione per l’inflazione, hanno iniziato a spirare venti forti di recessione, che oltre il dato tecnico preoccupano in quanto di vie d’uscita sul breve non se ne vedono. Non si potrà tornare a breve con politiche monetarie lassiste, non si potrà tornare a breve con il QE – e con i prezzi dell’energia che sono, ancora, un problema e con tutto ciò che ne consegue in termini di necessità di mantenere i tassi alti, le preoccupazioni non possono che montare.

Preoccupazioni che de Guindos ha fatto proprie, indicando un percorso molto difficile per la Banca Centrale Europea, percorso di enorme difficoltà nello scegliere un equilibrio tra tassi, necessità dell’economia, occupazione, che pur tiene almeno secondo gli ultimi dati, e che anzi non era stata mai bassa come oggi.

Si deciderà volta per volta, ancora

Per l’inflazione è ancora un lungo percorso verso il 2%

de Guindos si aspetta un ritorno al target dell’inflazione al 2% per il terzo trimestre del 2025, un percorso che sarà lungo, accidentato e dove il proverbiale ultimo miglio sarà il più duro da percorrere. Una previsione che però è fortemente in disaccordo con quanto hanno prezzato già mercati e grandi analisti, che si aspettano invece un ritorno al 2% già da questo anno.

Non è chiaro dunque, data la situazione e data l’enorme discrepanza tra quanto si aspettano i mercati e quanto prevede BCE, quali saranno i primi passi. Si tratterà di una sorta di corsa contro il tempo da un lato, dall’altro di decisioni che verranno prese giorno per giorno, dato per dato, senza che si possa avere un outlook chiaro.

Il gigante nella proverbiale cristalleria rimane per l’andamento economico dell’eurozona. La Germania ha tirato i remi in barca e sta vivendo dei problemi importanti anche sul fronte della politica interna. Difficile sperare su un colpo di coda dell’Italia e la Francia, che pur appare essere l’economia più in forma a livello europeo, difficilmente potrà sopperire alle mancanze che si fanno registrare nell’economia reale.

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