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BlackRock scuote FMI e Banca Mondiale: serve cambio di passo
Il vicepresidente di BlackRock, Philipp Hildebrand, si è espresso a favore di cambiamenti profondi del Fondo Monetario Internazionale e del suo modus operandi, cambiamenti che dovrebbero tenere conto delle nuove realtà economiche che l’istituzione si troverà a fronteggiare. L’ambiente economico globale è già cambiato, dice il vicepresidente del più importante gestore al mondo, e in conseguenza di questo sarà necessario ridisegnare modalità di intervento, tempistiche e più in generale l’approccio verso le situazioni di crisi economica di singole realtà o anche sistemiche.
Il parere di Philipp Hildebrand è stato raccolto da Bloomberg TV e non mancherà di sollevare discussioni accese sul ruolo delle grandi istituzioni internazionali nel contenere le crisi e nell’intervenire a sostegno delle economie maggiormente in difficoltà. Al netto dei consigli sulle modalità di intervento, rimane di grande interesse anche il quadro economico tracciato da uno degli uomini più potenti del settore finanziario globale. Un quadro a tinte fosche e rinnovato al punto tale da dover essere preso in considerazione anche da trader e investitori.
BlackRock: il quadro economico è cambiato
Il quadro economico globale, almeno secondo BlackRock, sarebbe cambiato in modo permanente. Siamo davanti infatti, afferma Philipp Hildebrand, alla presenza di inflazione persistente (o sticky, secondo il termine tecnico), che richiede nuove modalità di intervento per proteggere le situazioni di maggiore crisi e debolezza a livello locale e a livello globale. I tassi, aggiunge il vicepresidente di BlackRock, dovranno tenere conto anche dell’aumentato rischio geopolitico, cosa che dovrebbe essere chiara sia dall’ormai lunga guerra tra Russia e Ucraina, sia dai recenti sviluppi in Israele.
I consigli di BlackRock arrivano nel miglior momento possibile: il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale andranno a riunirsi questa settimana a Marrakech, in Marocco, anche per discutere le nuove modalità operative e di intervento a tutela delle situazioni più complesse e più compromesse.
I mercati hanno già reagito alla situazione
C’è da dire al tempo stesso che mentre la reazione delle principali istituzioni internazionali tarda, i mercati sembrerebbero aver già reagito e aver già prezzato quanto ci si aspetta dai prossimi mesi di trattative. E più in generale dal contesto economico globale. Ci si aspettano tassi alti più a lungo di quanto preventivato fino a qualche settimana fa, così come ci si aspetta la possibilità di evoluzioni geopolitiche che impattino sia sulla globalizzazione, sia invece su questioni più specifiche come quelle delle materie prime.
Lo spazio di manovra delle banche centrali è però ridotto, in particolare se dovessimo discutere l’eventuale sostegno a recessioni e crisi economiche più articolate: l’inflazione è tale da non permettere il ritorno a tassi di interesse più bassi – e le altre manovre di stimolo sono armi spuntate in un contesto di questo tipo. L’invito di BlackRock alla rielaborazione delle modalità di intervento di FMI e Banca Mondiale sembrano, pertanto, la ricerca quasi disperata di una stampella per un’economia che, fatta eccezione per gli USA, sembra avviata verso una certa recessione, almeno secondo gli analisti.
Difficile aspettarsi cambiamenti di breve periodo
È parimenti difficile però aspettarsi pronte reazioni da istituzioni che sono articolate e pertanto lente – e le cui decisioni sono anche politiche e non solo economiche. Certo, il consiglio arriva da uno dei soggetti privati più potenti al mondo, BlackRock, che vanta ottimi rapporti con quasi tutti i governi del mondo.
Da qui però a immaginarsi decisioni prontamente operative già a Marrakech c’è di mezzo il proverbiale mare. La necessità rimane – il vecchio sistema di prestiti e riforme potrebbe non essere sufficiente – ma che questa diventi occasione per scavalcare resistenze politiche e lungaggini burocratiche è ancora tutto da vedere. Nel frattempo i mercati si avviano, in questa settimana, a puntare sull’evoluzione della situazione in Israele e sull’arrivo dei dati sull’inflazione USA giovedì 12 ottobre.