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Bond salvadoregni tornano a 80 cent sul dollaro. FMI, Nayib Bukele e meno Bitcoin
Non sarà un miracolo, ma quasi. I bond di El Salvador, che nel 2022 venivano scambiati a poco più di 20 cent sul dollaro, oggi toccano quota 80 cent. Una corsa incredibile, frutto di un recupero importante nel corso degli ultimi 2 anni e che è da attribuirsi alla concomitanza di almeno due eventi.
Il primo è quello dell’accordo con il Fondo Monetario Internazionale, che sembrerebbe essere ormai in dirittura d’arrivo nonostante gli attriti del passato. Il secondo è l’annuncio recente di Nayib Bukele, presidente della piccola repubblica centroamericana, che ha annunciato il programma di arrivare alla parità di bilancio per il 2025. Un programma invero ambizioso per un paese storicamente connotato da enormi deficit. Una corsa incredibile, per quello che è stato tra i migliori trade per chi è entrato sui titoli nel 2022, quando in verità in molti dubitavano della capacità dell’amministrazione Bukele di riportare il paese ad una sorta di sovranità finanziaria, complici anche scorribande nel mondo di Bitcoin che sono state per mesi ostacolo all’accordo proprio con il Fondo Monetario Internazionale.
Tra il dire il fare c’è di mezzo Bitcoin
Per quanto i social si sforzino di sottolineare il successo della campagna Bitcoin del presidente salvadoregno, in realtà l’esposizione, morale e finanziaria, verso Bitcoin è stata una delle fonti principali di attrito con il FMI, che vede appunto nella criptovaluta la cosa più simile al proverbiale fumo negli occhi.
Di acqua sotto ai ponti ne è passata però molta, i toni di Bukele si sono ammorbiditi, di Bitcoin si parla relativamente meno e le parti sembrerebbero essere, almeno secondo la maggioranza degli analisti che se ne occupano, vicini alla chiusura. Accordi che permetteranno a El Salvador di ripartire scevro dalle preoccupazioni per il pagamento delle cedole e per il rimborso del debito in generale che tanto avevano terrorizzato i mercati proprio nel 2022.
La corsa è stata di quelle importanti: nel corso del 2022 i bond del paese venivano scambiati a poco più di 20 centesimi sul dollaro, per poi riprendere un percorso di rialzo anche grazie a programmi di riacquisto pubblico del debito circolante.
Non è chiaro quanto manchi all’accordo, che è probabilmente il motore principale di una corsa che ha lasciato il grosso degli investitori e dei commentatori letteralmente di stucco.
Parità di bilancio per il 2025
Neanche un centesimo di debito. È questo l’annuncio ambizioso di Nayib Bukele nel presentare i programmi per il prossimo anno. Per il 2025 il funzionamento dell’apparato statale salvadoregno non avrà bisogno di neanche un centesimo di debito.
Certo, faranno fede i libri contabili, ma per ora i mercati sembrano credere al presidente ostracizzato dall’amore per Bitcoin (e da una certa apertura a grandi aziende del settore, su tutte iFinex/Bitfinex/Tether) e che non sembrerebbe essere più un pariah, neanche ai piani alti della finanza che conta, quella che muove miliardi sui bond.
Sarà poi il tempo, come sempre avviene sui mercati, a dichiarare con un successo o con un insuccesso l’esperimento Bukele, anche sul piano finanziario. E Bitcoin, per il momento, probabilmente dovrà aspettare.