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Bruno Le Maire piange sui chip che non ci sono. Attacco a Nvidia

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Quando il gioco si fa duro, la classe politica inizia a normare. Sullo splendido palcoscenico dell’AI Safety Summit di Londra – dal quale potrebbero emergere già regole draconiane sull’intelligenza artificiale – il ministro delle finanze francese, Bruno Le Maire, ha lanciato strali contro la concentrazione di società di hardware, software e know-how sull’AI, che sarebbero a sua detta troppo concentrate negli Stati Uniti. Date le recenti tendenze protezionistiche dell’UE nel settore auto, in quello dei pannelli fotovoltaici e forse in quello delle turbine, verrebbe da chiedersi se a tali strali non seguiranno altre misure del genere. Se non fosse che, per stessa ammissione di Le Maire, non c’è niente da proteggere.

Un solo paese con tutte le tecnologie, tutte le compagnie private, tutti i dispositivi, tutte le conoscenze, dice Le Maire, sarebbe un fallimento per tutti noi. In quel noi non è chiaro se però ci siano solo i più modesti destini dell’Europa economica, oppure tutto il mondo che non è a stelle e strisce.

Chip ancora al centro del dibattito economico-politico

Il 92% dei chip per l’AI nelle mani di Nvidia

La tecnologia conta e sembra che l’Europa si stia finalmente accorgendo del deserto industriale che è venuto a crearsi non per caso, ma anche come frutto delle politiche di cui sopra, che in diverse salse hanno costellato e scandito il percorso economico dei paesi che compongono l’Unione. Questa volta a lamentarsi delle condizioni in cui versa l’Europa in questo senso è il ministro delle finanze francese Bruno le Maire, le cui parole hanno riecheggiato sui principali giornali del mondo finanziario, quelli che non possono permettersi sberleffi nei confronti di politici in prima linea.

C’è un altro pezzo della storia che deve essere rivelato per capire a che punto siamo di questa curiosa storia: l’Unione Europea starebbe valutando la presenza di comportamenti e abusi di carattere anti-competitivo da parte di Nvidia. Questo nella speranza – chissà se vana – di rilevare irregolarità e procedere con uno dei pochi strumenti forti dell’UE per farsi sentire sui mercati globali: le multe.

Nvidia, che ha vissuto una seconda giovinezza proprio grazie all’esplosione del settore AI, dovrà dunque fare i conti con ministeri, burocrati, capi di gabinetto che faranno le pulci al suo business che è troppo di successo per non guadagnarsi le voraci attenzioni di chi ha il potere di comminare multe.

La multa, uno degli strumenti di politica industriale a disposizione dell’UE

Le multe non faranno però nascere aziende dal nulla

Sul settore chip, sebbene ci sia qualche azienda del comparto sulla quale si nutrivano speranze – a questo punto forse mal riposte – l’Europa è terribilmente indietro. Non è chiaro se l’indagine su Nvidia e la possibile multa possa aiutare a concimare un settore nel quale, di matrice europea, non ci sono neanche i semi.

Così come le multe monstre a Microsoft non aiutarono la nascita e/o lo sviluppo di società del software europee in quel comparto, chi vi scrive dubita altrettanto che si possa favorire lo sviluppo bastonando, per quanto metaforicamente, le aziende altrui o che battono altra bandiera.

L’avviso è stato comunque lanciato, per quanto dubitiamo che Nvidia deciderà di tirare il freno a mano per gli strali lanciati da Londra, in una conferenza che sarà uno degli eventi che accompagneranno l’Europa verso la normazione del settore AI. Qualcuno, tra i più cinici dei lettori di TradingOnline.com, si chiederà se un ministro delle finanze non debba battersi, all’interno del paese dove opera, per creare le condizioni che permettono alle aziende di prosperare. Ma non è questo il luogo, né il tempo di fare le pulci a chi si trova a dirigere economie in forte difficoltà, dove non c’è nessuno da multare, perché per abusare di una posizione dominante la si dovrebbe prima avere la posizione dominante.

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