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C’è chi dice marzo | Analisi bomba per i tagli di FED

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Le opinioni contro il senso comune – e contro quanto afferma Jerome Powell – hanno certamente maggiori possibilità di arrivare sulle prime pagine dei giornali, compresa la nostra pubblicazione. Ed è il motivo per cui tutti o quasi stanno parlando nelle ultime ore tutti o quasi stanno parlando dell’analisi diffusa da Albert Edwards, già noto per pareri in verità assai eccentrici. L’ultima dell’analista di Société Générale? Ci sarà un taglio dei tassi negli USA già a marzo, contro quanto affermato da Jerome Powell soltanto mercoledì scorso. Opinione forte, che si basa su letture, se vogliamo, ancora più forti.

Il tema principale è quanto sia effettivo il controllo su Federal Reserve da parte della politica, in un anno che sarà quello delle elezioni negli Stati Uniti e che vede Donald Trump sensibilmente avanti nei sondaggi. È questo il contesto che secondo Edwards potrebbe portare a mosse di questo tipo la più potente delle banche centali a livello mondiale. Un taglio che sarebbe a questo punto a sorpresa, dopo che Powell appunto ha escluso quasi categoricamente tagli già a partire da marzo.

La curiosa analisi di Albert Edwards

Qualche coordinata sulla previsione di Edwards

Per chi non segue da vicino il variegato mondo delle analisi e degli analisti finanziari, sarà utile avere qualche coordinata aggiuntiva. Albert Edwards ha un certo gusto nel diffondere analisi e previsioni contro quello che è il senso comune e comunque in grado di scatenare discussioni parecchio accese. Come ricorda Fortune, durante lo scorso anno era stato uno dei motori più instancabili della lettura dell’inflazione come determinata da un’eccessiva avidità degli operatori economici, lettura in realtà piuttosto minoritaria e che ha avuto una certa popolarità soltanto in quella che è l’estrema sinistra del Partito Democratico negli Stati Uniti, fatti salvi alcuni interventi anche da parte della Presidenza.

L’ultima opinione di Edwards, quella che parla di tagli già a partire da marzo, fa parte di questo filone: Federal Reserve, afferma, non sarebbe più completamente indipendente dalla politica e deve fare i conti con un debito pubblico ormai fuori controllo. E proprio come Pulcinella sarà costretta a essere serva di due padroni. Via dunque l’ossequio per la stabilità dei prezzi e per la massima occupazione: ci sarà da aggiustare il tiro per arrivare al meglio durante le elezioni – per il partito attualmente dominante – e ci sarà anche da rendere il debito pubblico in termini reali più sostenibile.

In uno scenario del genere aspettarsi una Federal Reserve sulle orme di Volcker sarebbe assolutamente da escludere. Lettura fantasiosa o meno, va comunque arruolata tra quelle minoritarie. I mercati prezzano grossomodo per un terzo la possibilità che si tagli già a marzo, e non è un granché, tenendo conto del fatto che i mercati tendono ultimamente a essere più ottimisti forse di quanto dovuto.

Le votazioni negli USA giocheranno un ruolo?

Qualche incertezza anche per Edwards

In realtà nella sua disamina Edwards non ha offerto una risposta chiara alla domanda che si posto da solo, ovvero sul quando Fed inizierà a tagliare. Tuttavia l’intero impianto dell’analisi sembra puntare verso marzo, ipotesi che piacerebbe molto ai mercati, in particolare quelli di rischio, ma che per il momento rimane assolutamente remota.

Ci sono altri fattori che potrebbero però spingere ad una soluzione di questo tipo, come un miglioramento netto (e imprevisto) dell’inflazione, o problematiche improvvise per il mercato del lavoro. Cosa, quest’ultima, che dai dati arrivati dagli USA pochi minuti fa sembra però impossibile. La disoccupazione è infatti ancora giù, al 3,7% contro un 3,8% delle aspettative.

E in queste condizioni, servirà veramente un quadro alla Edwards per aspettarsi tagli prima del tempo.

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