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Jerome Powell affonda i mercati | Piazze USA crollano dopo il FOMC

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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Azionario giù, così come gli altri mercati tipicamente di rischio, come quello di Bitcoin. La doccia fredda arriva a poco più di mezzora dalla comunicazione dell’ennesima non decisione sui tassi di Federal Reserve / FOMC e arriva dalle parole del comandante in capo Jerome Powell. JPow ha infatti escluso tagli dei tassi già a marzo, come invece ritenevano più che auspicabile i mercati. Mercati che hanno chiuso le contrattazioni negli USA in forte ritirata, dopo che il capo di Federal Reserve ha ricordato a tutti che la terraferma è ancora lontana.

Prima di parlare e decidere di tassi, Federal Reserve vuole essere certa di essere tornati sensibilmente in traiettoria verso l’inflazione al 2%. Aspettative di Federal Reserve che non sono certamente nuove, ma che hanno colto in contropiede mercati che continuano a essere più umorali del solito. Basati sui dati di oggi, ha affermato Powell, è molto improbabile che sarà il mese di marzo a dare il via ai tagli dei tassi.

Jerome Powell affossa le borse USA

Doccia gelata per i mercati: serve altro prima di poter parlare di tagli di tassi

Non che ci si aspettasse qualcosa di diverso, ma Jerome Powell ha riportato tutti, metaforicamente, sul pianeta terra. In contrazione tutti i principali indici della borsa USA, con perdite pesanti in particolare sul NASDAQ, dopo che il capo di Federal Reserve ha ricordato che parlare di tassi è ancora prematuro, rimanendo ancora aperte delle questioni fondamentali, le stesse che hanno portato ad una stagione importante di rialzi ai tassi.

La prima rimane quella dell’inflazione: si è ancora lontani dal 2% e il mantra presso tutte le principali banche centrali è che la parte finale del cammino sarà la più difficile. Lo sapevamo già ieri e in realtà lo sapevamo già dagli scorsi interventi di Jerome Powell in pubblico: non vi è alcuna intenzione di abbassare la guardia, per quanto anche da Federal Reserve si navighi a vista.

La pressione che il mercato del lavoro e i salari potrebbero esercitare sull’inflazione comandano ancora prudenza, così come comandano prudenza le altre situazioni – in verità assai curiose nella loro concomitanza – che gli USA dovranno affrontare nei prossimi mesi.

I mercati, che avevano puntato già su tagli a marzo/maggio si sono trovati così a fare i conti con un Jerome Powell che, pur non cambiando di una virgola i toni rispetto alle precedenti conferenze stampa, sembrerebbe aver preso alla sprovvista i mercati.

indici giù
Giù tutti i principali indici

Dopo la doccia fredda, la reazione dei mercati

Ciò che sembra poco prevedibile è l’eventuale reazione dei mercati alla riapertura della seduta. La storia recente insegna che non sempre gli avvisi di Powell, pur quanto presi seriamente sul brevissimo periodo, siano stati poi di indirizzo per l’andamento dei mercati. Nonostante le diffuse incertezze sul futuro di inflazione, tassi e andamento dell’economia, le borse USA hanno continuato a far registrare performance da urlo, culminate in nuovi record in apertura di 2024. Ci vorrà qualche ora per capire se questa volta l’effetto annuncio di Powell avrà vita lunga e duratura – o se comunque le preoccupazioni innescate riusciranno a tenere a bada gli animal spirits per più di qualche ora.

Di scetticismo ce n’è tanto, sia da un lato che dall’altro, confermato dal fatto che i mercati continuano a prezzare oltre il 35% la possibilità di tagli durante il prossimo meeting del 28 marzo di FOMC. Se dovessimo spostarci al primo maggio 2024, tra due meeting, le probabilità di un taglio sono al 95% complessivo, con un 60% che 33% che vede addirittura due tagli in successione da 25 punti base.

Occhi puntati dunque sulla sessione di oggi delle piazze USA, quando in Italia saranno le prime ore del pomeriggio.

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