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Cina: borse pimpanti | Bastone e carota funzionano

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È una buona giornata di trading quella che si è conclusa a Shanghai, Shenzhen e Hong Kong. I nuovi sostegni ai mercati piacciono agli operatori e agli allocatori, in particolare per quanto riguarda il settore immobiliare. CSI fa registrare guadagni dell’1,35% durante l’ultima giornata di trading, simile alla performance fatta registrare da Hang Seng 50. Pensano in positivo, oltre alla riduzione dei tassi a 5 anni, anche le nuove restrizioni al trading, che dureranno però per soli 3 giorni, nei confronti di diversi quant fund. Si tratta delle ennesime misure di Pechino al fine di controllare quella che viene considerata speculazione, e considerata al tempo stesso colpevole, almeno in parte, delle pessime performance delle borse cinesi.

Una situazione che in realtà, almeno nel complesso, non sembra essere diversa da quella che ha accompagnato il 2023: restrizioni a certe operazioni di mercato, sostegno spot tramite strumenti mirati e la speranza che questa volta sia quella giusta per invertire un trend negativo che ha reso le borse cinesi e le azioni in esse quotate una sorta di gruppo di intoccabili, in particolare da parte dei capitali esteri.

Per ora il governo incassa un successo

Gli stimoli e le restrizioni piacciono ai mercati: buone performance per l’azionario cinese

Mentre NASDAQ e NYSE si leccano le ferite di una giornata nervosa e negativa, le borse cinesi fanno registrare un ottimo rimbalzo. I principali indici sono tutti in positivo – a fronte di una sessione asiatica extra-cinese poco entusiasmante – grazie a quanto dichiarato dal governo di Pechino.

Il primo dei fattori – basterà guardare all’andamento delle azioni del comparto real estate – è il taglio ai tassi su base quinquennale, che favorirà i mutui e renderà più appetibili anche per il grande pubblico gli investimenti nel mattone. Una mossa che è tesa a offrire sostegno a un settore in forte crisi e che è in larga parte responsabile della pessima performance delle borse cinesi nel 2023.

Il secondo dei fattori sono le restrizioni al quantitative trading che sono state implementate nelle scorse ore e che non permetteranno ad alcuni trading desk di prendere parte alle negoziazioni. Nel mirino non solo il trading algoritmico, ma nello specifico quello che fa ampio ricorso alla leva finanziaria, che secondo Pechino starebbe esacerbando una volatilità di mercato che è sì presente, ma guardando ai fondamentali per proporzioni minori.

Una combinazione di fattori – il bastone e la carota – che per ora sembrano piacere ai mercati, per quanto sia a nostro avviso eccessivo ritenere che si possa trattare di un cambio duraturo di trend. I precedenti interventi in tal senso da parte del governo di Pechino sono stati infatti tutti caratterizzati da un impatto limitato sui mercati, tanto temporalmente quanto per ampiezza del rimbalzo.

Shanghai tra le migliori

HSBC pecora nera

Tra le poche a far registrare una performance negative c’è HSBC, con la banca che ha riportato profitti in calo, per il quarto trimestre del 2023, di oltre l’80%. Una situazione che andrà indagata in particolare per chi si espone verso uno dei gruppi più importanti del settore bancario del Lontano Oriente.

Per il resto i mercati rimarranno con il fiato sospeso per le trimestrali più importanti di questa tornata, quelle di NVIDIA, che saranno rese pubbliche a borse americane chiuse, quando in Italia sarà la tarda serata.

Nervosismo che dovrà essere misurato alla riapertura delle piazze USA nel pomeriggio, dopo una giornata che ha fatto registrare importanti perdite per NASDAQ e NYSE. Occhi puntati dunque alle trimestrali NVIDIA, che potrebbero informare l’andamento non solo delle piazze USA, ma di quelle globali.

Timidamente in rialzo le borse europee, trascinate dalla buona performance cinese, per quanto STOXX 600 sia comunque in perdita. A trascinare le borse, le blue chip di DAX, CAC, FTSE MIB e IBEX.

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