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Cina: tagli a tassi su 5 anni | Sostegno a mercato immobiliare, ma…

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Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
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La Cina taglia i tassi di interesse di riferimento per i prestiti a cinque anni, mossa che permetterà di conseguenza una riduzione dei tassi sui muti, nel tentativo – l’ennesimo – di sostenere un settore immobiliare che è il più grande dei grattacapi sia per il governo, sia per gli investitori e i mercati. Il taglio è di 25 punti base e avrà come obiettivo primario quello di stimolare la domanda di immobili, che è ai minimi storici e che sta pesando ulteriormente su un settore, quello del real estate development che è stato colpito da una crisi molto dura.

Crisi molto dura che ha già potuto mietere vittime eccellenti, a partire da Evergrande, e che è di grande preoccupazione per l’economia di un paese dove il settore immobiliare contava circa il 30% del Prodotto Interno Lordo. Le borse hanno reagito con rialzi assai modesti, che si aggiungono a quelli di ieri, anch’essi ritenuti piuttosto modesti dagli analisti, alla riapertura delle borse dopo la lunga pausa per il capodanno lunare.

Arrivano i tagli

La Cina torna a tagliare i tassi, a sostegno del settore immobiliare

Tornano i tagli, che non si vedevano dallo scorso giugno. Questa volta a essere oggetto di riduzione sono i tassi di interesse dei prestiti quinquennali, che avranno un impatto quasi immediato sui tassi praticati per i mutui. L’obiettivo chiaro è quello di offrire ulteriore sostegno al settore immobiliare, che sta soffrendo per una domanda ai minimi storici e che ha bisogno di enormi quantità di capitale per portare a termine costruzioni lasciate a metà durante l’ultimo ciclo di crisi per il comparto.

I mercati non hanno reagito però in modo veemente: con ogni probabilità il taglio è stato interpretato, come per le mosse precedenti del Governo di Pechino, come un ennesima misura spot che sarà in grado di avere un impatto soltanto minimo e che non potrà in alcun modo risolutiva di problemi che sono strutturali per l’economia cinese.

Lo stimolo potrebbe però non essere l’ultimo, in particolare se la reazione dei mercati, in particolare quello immobiliare, dovesse confermarsi essere piuttosto fiacco. Sul fatto che questa mossa del governo cinese e della Banca Centrale siano effettivamente risolutive, c’è più di qualche dubbio sulle piazze.

immobili
Basterà per “salvare” il settore immobiliare?

Una mossa… urgente?

L’altra preoccupazione è che si sia trattato di un taglio dettato più dal senso di urgenza, che sarà forse confermato dai prossimi dati sul comparto immobiliare cinese, che da un aggiustamento strutturale del funzionamento del mercato del credito, a sostegno appunto del comparto immobiliare. Urgenza che i mercati interpretano non in senso positivo e che può contribuire a peggiorare un sentiment in realtà già piuttosto negativo sulle capacità della Cina di uscire, in tempi brevi, da questa crisi.

A conferma di ciò ci sarebbero anche gli ultimi dati arrivati nel pieno del capodanno e che parlano di un settore immobiliare che continua a faticare nella raccolta di capitale per lo sviluppo, e anche per appartamenti e immobili finiti.

Sarà una questione di massima importanza per la Cina, il cui PIL dipende per percentuali molto rilevanti dal buono stato di salute del settore immobiliare, un settore immobiliare che ha già visto cadere leader del calibro di Evergrande e che continua a essere il più pressante dei problemi per Pechino.

Problemi che però non sono gli unici: le borse, dopo un 2023 da dimenticare, non sembrano aver iniziato il 2024 in modo migliore. E per quanto ci siano state già misure a sostegno – e limitazioni ad esempio per gli short – anche su quel fronte sono in pochi a credere che si uscirà dall’angolo in tempi brevi.

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