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Cina: dati positivi dopo 6 mesi. Rimbalzo o inversione?

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L’attività delle fabbriche cinesi è aumentata – per la prima volta da sei mesi – a settembre, secondo i dati che sono stati diffusi da un’indagine ufficiale. È il primo segno di ripresa per l’economia cinese e di miglioramento delle condizioni e delle prospettive future per Pechino. Il dato è stato diffuso dall’Istituto nazionale di Statistica della Cina e riguarda l’indice degli acquisti. Nonostante i dati positivi Zhao Qinghe – dell’istituto statistico di cui sopra – conferma difficoltà per il recupero e per lo sviluppo della manifattura cinese.

La Cina sta affrontando una delle crisi più importanti degli ultimi decenni, con crescita del PIL in produzione, attività economica ridotta, riduzione dell’accesso al credito, mercato immobiliare in rotta dopo i casi Evergrande e Country Garden. È una situazione che ha già causato allarme tra gli investitori nazionali e internazionali e che mette a rischio le possibilità di crescita globale.

Primi segnali di ripresa per la Cina

Il rimbalzo dell’attività economica cinese

Le performance del settore produttivo cinese di settembre sono in miglioramento rispetto a quanto registrato a agosto. In crescita i dati sulle attività commerciali non manifatturiere di quasi l’14%. In crescita l’indice composite da 51,3 a 52, così come sono cresciute vendite retail, outlook dei purchasing manager e nel complesso l’attività economica che ha avuto luogo in Cina. Sono indicatori chiari di un rimbalzo dell’attività economica cinese che così chiude una serie di 6 mesi in calo per tutti i principali indicatori dell’attività economica.

Sei mesi in calo che sono coincisi con la fase finale delle crisi di Evergrande, Country Garden e altri real estate developer di grande spessore per l’economia cinese e verso i quali le banche cinesi (e i creditori internazionali) sono fortemente esposti. La crisi del settore immobiliare cinese è considerata dagli analisti uno dei segnali di rallentamento generale dell’economia cinese più che una delle cause. Una bolla che continuerà a preoccupare i mercati e a creare tensioni a Shanghai e Hong Kong, tensione che potrebbe comunque ripercuotersi anche sulle principali borse europee e statunitensi.

Le condizioni dell’economia cinese continuano però a preoccupare

Difficile per ora un rimbalzo del settore immobiliare

Per il momento sembra difficile aspettarsi un rimbalzo del settore immobiliare nonostante le misure del governo centrale tese a facilitare l’accesso al credito – e anche a ridurre interessi e rate per i mutui in corso. Misure di aiuto, per quanto indirette, a un settore immobiliare che continua a crollare verticalmente tanto in termini di prezzo e in termini di quantità di vendite e trasferimenti.

La crisi ulteriore del settore è stata confermata anche da Evergrande – che sta cercando di ristrutturare l’ingente debito accumulato per la seconda volta, dopo che il primo piano ha fallito a causa dell’ulteriore peggioramento delle condizioni sul mercato immobiliare. Il rallentamento ulteriore del mercato immobiliare è responsabile delle prospettive in calo per il PIL cinese, con il comparto che vale circa 1/5 dell’intera economia di Pechino.

Rimbalzo da valutare più avanti

Il rimbalzo andrà normalizzato stagionalmente e dovrà essere confermato da dati positivi anche per i mesi di ottobre e novembre, prima di poter cantare vittoria. Le condizioni generali dell’economia cinese rimangono precarie anche a causa di un rallentamento importante della domanda globale – rallentamento che potrebbe peggiorare nel caso in cui le principali economie del pianeta dovessero entrare in recessione. È un’ipotesi per ora in attesa di verifiche, ma da tenere in considerazione per valutare eventuali sviluppi per l’industria cinese.

L’incertezza continuerà a dominare il mercato azionario cinese e quelli che hanno un grande livello di dipendenza dalla stessa. Una situazione che sarà inoltre esacerbata da una guerra commerciale con Germania e UE che è partita con i veicoli elettrici e che potrebbe presto passare ai pannelli fotovoltaici. Si attendono inoltre novità sulle trattative già intavolate con gli USA.

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