News, Azioni

Von der Leyen attacca EV cinesi: “Sussidi governativi distorsivi”

Avatar di Gianluca Grossi
Written by Gianluca Grossi
Attivo come analista economico dal 2009, collaboro con TradingOnline.com dove fornisco approfondimenti sul Forex, sulla macroeconomia e sul mercato azionario, prestando particolare attenzione alle economie in ascesa quali quelle di Turchia, Brasile, Indonesia e Cina. Ricopro inoltre il ruolo di caporedattore per il rinomato giornale online Criptovaluta.it, una risorsa chiave per chi è interessato al settore delle criptovalute e del Bitcoin. Il mio interesse si estende al mercato degli ETF, soprattutto quelli negoziati a New York, mantenendo sempre un'attenta osservazione sulle dinamiche di mercato.
Scopri i nostri principi editoriali

La guerra per il mercato della mobilità elettrica è soltanto all’inizio. E Ursula von der Leyen apre le danze di una battaglia che riguarderà anche Bruxelles, nel tentativo di contenimento dell’espansione EV di marca cinese in Europa. von der Leyen ha infatti annunciato un’indagine interna all’Unione Europea sui sussidi di Pechino per i veicoli elettrici, indagine che indirettamente sarà anche a tutela dell’industria europea dell’auto, in difficoltà anche a causa della potenziale competizione che arriva dalla Repubblica Popolare Cinese.

Oggetto dell’indagine saranno i sussidi che, secondo quanto dichiarato da Ursula von der Leyen, manterrebbero il prezzo su livelli artificialmente bassi, con effetti distorsivi sul mercato interno dell’Unione Europea. Minacce o previsione di conseguenze serie e di misure protezionistiche per i grandi gruppi dell’auto europea, che hanno sempre o quasi potuto contare su interventi sia dell’UE sia a livello nazionale a tutela del loro business? L’annuncio ha avuto effetti limitati sui principali titoli del settore automotive europeo, effetti che sembrerebbero essere almeno per il momento completamente rientrati.

Indagini sussidi Cina EV
Von der Leyen annuncia indagini della Commissione Europea

Si apre la guerra tra Bruxelles e Pechino sulle auto elettriche

La guerra si è aperta e a annunciarla è Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione Europea. La presidente ha annunciato l’avvio di indagini sul settore delle auto elettriche cinesi che coinvolgerà principalmente i forti sussidi alla produzione offerti dal governo di Pechino. Sussidi che secondo von der Leyen avrebbero importanti effetti distorsivi anche sul mercato europeo. La presidente ha aggiunto che come in Europa non si tollerano distorsioni al mercato che arrivano dall’interno, tantomeno ne saranno accettate quando arrivano dall’esterno.

L’indagine sarà avviata anche se si temono eventuali ritorsioni da parte di Pechino. Ritorsioni che, lo specifichiamo per i più preoccupati, potrebbero essere di carattere commerciale.

Nel frattempo montano le preoccupazioni sulla competitività del comparto automotive europeo, tanto nei confronti della Cina, quanto per le offerte dell’americana Tesla, che continua ad essere la più in forma delle aziende che si cimentano nella produzione di veicoli elettrici. Un’industria che l’Unione Europea ritiene cruciale anche in virtù del cammino verso le zero emissioni e in accompagnamento al processo che porterà alla proibizione, nel 2035, delle autovetture che utilizzano combustibili fossili.

Ritorsioni Cina
Si temono ritorsioni da parte di Pechino

SXAP su, ma in modo modesto

L’indice Stoxx 600 Automobiles & Parts, il più rappresentativo per il settore auto europeo, cresce nel momento in cui viene pubblicato questo approfondimento dello 0,71%. Discorso diverso però in Cina e a Hong Kong, dove all’appena inaugurata guerra commerciale con l’Europa sul tema EV si aggiungono preoccupazioni su una domanda interna che vacilla ormai da tempo.

Non è chiaro se quanto annunciato dalla presidente della Commissione Europea sarà in grado di tutelare un comparto in evidente difficoltà e con BYD che ha già conquistato lo scettro di auto più venduta, nel comparto elettrico, tanto in Cina quanto ad esempio in Svezia, anche grazie a livelli di prezzo che le società europee non sembrano essere in grado di offrire sul mercato, nonostante esistano programmi di incentivi all’acquisto in quasi tutti i mercati nazionali che compongono l’area euro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *