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Cina: è boom di export auto, anche grazie a EV
Effetti del boom dei veicoli elettrici. La Cina ha aumentato per il solo 2023 gli export di autovetture del 63,7%, mentre le vendite nella Repubblica Popolare, sempre per quanto riguarda i marchi cinesi, sono aumentate del 4,2%. Sono questi i dati che sono stati diffusi dalla locale associazione che raccoglie gli interessi dell’industria automobilistica cinese. Un boom che è stato per mesi sotto gli occhi di tutti e che ha innescato anche delle reazioni di tipo politico nell’Unione Europea e in Turchia.
La stessa espansione dei brand cinesi, particolarmente forti nel settore EV, è fonte di preoccupazione anche per Washington, che sta parimenti cercando di limitare l’espansione cinese in Messico, sempre in termini di produzione per mano cinese di veicoli elettrici. Una situazione che si fa sempre più preoccupante tanto per i marchi statunitensi quanto per quelli europei, che appaiono, parlano i dati, in netto ritardo rispetto agli economici veicoli cinesi, sui quali gravano però accuse di aiuti di stato che altrove non sarebbero, sulla carta, consentiti. Anche il 2024 sarà, con ogni probabilità, un anno di lotta feroce per un comparto che deve almeno parte della sua popolarità anche ad agende politiche di riduzione delle emissioni.
Ottimi i dati per l’industria automobilistica cinese
I dati, riguardanti il 2023, per l’industria automobilistica cinese, sono ottimi. Crescita degli export per il 63,7%, mentre le vendite in patria sono cresciute di un più modesto, ma comunque interessante, 4,2%. Si tratta comunque di numeri relativi: l’export cinese fino al 2022 è stato relativamente contenuto e si parla di vendite all’estero, per il 2023, di circa 4,1 milioni di veicoli.
Anche i dati che riguardano il mercato interno vanno messi in prospettiva: siamo lontani dal picco del 2017, quando furono registrate vendite di circa 24 milioni di veicoli.
Ancora prospettive: mancano i dati del Giappone per il 2023, che saranno definitivi solo il 31 gennaio, ma con ogni probabilità sarà, nel 2023, la Cina riuscirà a superare un paese storico del mondo auto, pur essendo probabilmente distante in termini di valore dei veicoli esportati.
Non abbiamo dati precisi sulla ripartizione tra veicoli elettrici e veicoli invece a motore termico: incrociandoli però con i dati che sono stati forniti in passato, possiamo ritenere con un certo grado di precisione che un veicolo su quattro di quelli venduti in Cina sia appunto di quel comparto, comparto che sale oltre il 35% se dovessimo aggiungervi le vetture ibride.
Questione più complessa in termini di vendite all’estero, sulla quale però saremo in grado di offrire ragguagli a stretto giro.
Un mercato a trazione cinese
La realtà dei numeri parla chiaro: la Cina è balzata al primo posto in termini di export di auto, cosa che scatenerà un polverone politico in Europa e negli USA, dove il comparto auto controlla ancora un numero rilevante di posti di lavoro e dove ogni questione dell’industria finisce per diventare una preoccupazione di primo profilo.
Questo all’interno dell’anno orribile tanto per le americane coinvolte in lunghi scioperi e in scontri con i sindacati che torneranno a fare capolino tra poco, sia per marchi come Tesla, che vivono scontri piuttosto intensi con i sindacati in Scandinavia.
Nel complesso una situazione di difficile soluzione, che ha visto già reazioni di stampo protezionistico da parte delle autorità europee, di quelle USA e per ora di quelle turche.
I numeri sono certamente degni di attenzione, all’interno in particolare di una guerra commerciale che sta impegnando, su diversi fronti, il cosiddetto blocco occidentale da un lato e Pechino dall’altro.
Il mercato auto, rilevante non mai, sarà un altro dei fronti sui quali si giocherà l’ardua battaglia tra due blocchi che si piacciono sempre meno e le cui tensioni sono in costante crescita.