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Cina e Hong Kong: azionario giù. Pesa Evergrande ma non solo

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Ancora profondo rosso per i principali indici azionari asiatici, che chiudono un lunedì da incubo dopo le brutte notizie arrivate da Evergrande e che non promettono nulla di buono per uno dei più importanti gruppi del settore immobiliare tanto in Cina quanto su scala globale. Hang Seng e Shanghai chiudono le contrattazioni in perdita e in controtendenza rispetto a Tokyo – e in maniera più importante delle tiepide perdite che si sono fatte registrare altrove.

Continua il metaforico bagno di sangue per un’economia che ha cominciato da tempo a mostrare qualche scricchiolio e che in molti ritengono essere la grande incognita del prossimo ciclo economico. Oltre alle preoccupazioni per la tenuta del comparto immobiliare, che in Cina valeva fino a 1/5 dell’intera economia, pesano problemi politici e internazionali che sarà complicato risolvere, in particolare da una posizione che non appare più di forza per Pechino.

Borse ancora giù in Cina e a Hong Kong

Hang Seng ha chiuso la giornata lasciando sul terreno quasi il 2% (chiusura a -1,82%), mentre Shanghai è riuscita a contenere le perdite, a 0,54%. Una giornata da dimenticare di un periodo da dimenticare per Pechino, che vede perdere principalmente le azioni non solo collegate al settore immobiliare, ma anche quelle del segmento growth. Elettroencefalogramma quasi piatto per Pechino o strascichi di una situazione che in molti avevano considerato per risolta mentre in realtà non lo era?

Evergrande e Country Garden continuano a pesare sull’outlook dell’intera economia cinese – con la ristrutturazione della prima che sarà, indagini permettendo, completamente da rifare – e quella della seconda che invece non potrebbe mai arrivare. Una situazione che ha causato allarme importante sui mercati, che hanno risposto con un dump di proporzioni importanti se dovessimo tenere conto delle performance già poco brillanti per gli indici di cui sopra. Il tutto all’interno di una giornata che invece ha visto il NIKKEI recuperare strada e chiudere a +0,85%, segnale del fatto che non si tratta di un problema regionale, ma squisitamente cinese. E di Evergrande, che sul mercato ha lasciato – ancora – il 25% della capitalizzazione di mercato. Pessime performance anche per Country Garden – -7,69% – Logan, che perde il 7,95% e anche R&F Properties, che invece perde il 6,62%.

La situazione Evergrande si complica

Giù anche lo yuan: sempre meno credono nella capacità del Partito di…

Ancora giù anche lo yuan, che nel momento in cui diamo alle pubblicazioni questo approfondimento sui mercati asiatici fa registrare perdite per lo 0,16%, anche qui vicini a minimi che non si vedevano da tempo e con le minacce di intervento della banca centrale della Repubblica Popolare che hanno ormai perso tutto il loro effetto annuncio. Serviranno delle misure concrete – e possibilmente organiche, per invertire un trend che, anche in questo caso, ai mercati piace poco.

Sullo yuan si giocherà un’altra delle battaglie più importanti per il futuro economico della Cina – che nelle scorse settimane ha imposto delle misure di controllo per la circolazione dei capitali piuttosto blande a tutela del valore della divisa nazionale sui mercati internazionali.

Cosa aspettarsi dal resto della settimana

Tutti gli indicatori tecnici sui principali indici cinesi e di Hong Kong sono o in oversold o vicini a questa soglia, scenario tipico quando a muovere i titoli sono in realtà notizie esterne e non trading tecnico.

La sessione di martedì dovrà aiutare i mercati a trovare un bottom e un’eventuale ripartenza di mercati che sono in sofferenza da tempo e che – per qualche analista – stanno reagendo eccessivamente a una situazione sì complessa, ma non ancora compromessa. Questo mentre anche gli investimenti stranieri sono su livelli bassi che non si vedevano da tempo.

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