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Evergrande, stop ai bond: non potrà emetterne di nuovi

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Written by Alessandro Calvo
Diplomato in Scienze Economiche presso l'Ateneo di Torino, mi dedico alla vita di nomade digitale con un focus particolare sugli investimenti azionari. Rivesto il ruolo di gestore e analista capo per il portfolio di azioni su TradingOnline.com. Come ricordato da Peter Lynch, è importante tenere a mente che investire in azioni non equivale a giocare alla lotteria; rappresenta piuttosto la detenzione di una quota parte di un'impresa
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Durissimo colpo per Evergrande, che domenica annuncia un forte intoppo per il suo piano di ristrutturazione del debito. La società non potrà emettere nuovi bond per via di un’investigazione in corso. L’investigazione riguarda Hengda Real Estate Group, il marchio più iconico con cui Evergrande firma le sue nuove costruzioni in Cina. Il problema sarebbe il fallimento del tentativo di ristrutturare il debito dell’azienda, con un piano industriale che è stato abbandonato a sorpresa con un annuncio del fine settimana. Senza piano di ristrutturazione, mancano i presupposti per permettere all’azienda di continuare a emettere obbligazioni -anche in yuan e sul mercato nazionale-.

Attualmente Hengda Real Estate ha debiti non pagati per circa 277 miliardi di yuan, ovvero $38 miliardi. Da questi debiti non pagati sono emerse 1.931 cause legali che la società sta combattendo attraverso i suoi avvocati, in una continua lotta con la necessità di evitare il default. Da oltre due anni, Evergrande fa parlare di sé per il continuo rischio di fallimento. Di recente anche Country Garden, il più grande costruttore di immobili in Cina, si è ritrovata ad ammettere il rischio di default. La situazione è estremamente delicata e il governo cinese è dovuto intervenire, insieme a vari governi provinciali, per cercare di facilitare le concessioni di mutui e la domanda di immobili.

presentazione della notizia sullo stop alle nuove emissioni di bond di Evergrande
Continuano i problemi di Evergrande, che continua a cercare in tutti i modi la bancarotta

In stallo il piano di ristrutturazione del debito

Quando il default di Evergrande è stato sfiorato per la prima volta nel 2021, si è aperto un dialogo importante tra debitori, società e governo centrale. Il risultato è stato un piano lunghissimo per ristrutturare i debiti dell’azienda, riequilibrarla dal punto di vista patrimoniale e abbassare i rischi per gli investitori a fronte di dilazioni dei pagamenti sui debiti. Il problema di questa situazione è che sarebbe necessario emettere nuove obbligazioni per rifinanziare il debito, cercando di ottenere nuovi capitali con cui pagare i debiti precedenti mentre si abbassa l’indebitamento complessivo.

Il piano si scontra ora contro il muro delle regolamentazioni, che impediscono in questo momento a Evergrande di presentarsi sul mercato con nuove emissioni. Non solo, ma contestualmente la società ha deciso di abbandonare il piano formulato a inizio anno per andare avanti con la ristrutturazione del debito. La società ha comunicato che in questo momento non ritiene più fattibile seguire le indicazioni fornite in precedenza agli investitori, dal momento che il mercato immobiliare cinese ha seguito una traiettoria di peggioramento non prevista inizialmente.

foto di una calcolatrice di fronte a modelli di case
Il problema del mercato immobiliare in crisi non sta colpendo solo Evergrande, ma tutti i costruttori cinesi

Si continua a rischiare il default

Il 22 marzo scorso, Evergrande si è presentata di fronte ai suoi azionisti con un piano per ristrutturare il debito offshore. Si tratta dei debiti che la società deve pagare agli investitori istituzionali, i più rischiosi per il debito della società. Il motivo è molto semplice: gli investitori internazionali non concedono, quasi mai per lo meno, dilazioni di pagamento o altre misure per salvare le società che non pagano i propri debiti. Il piano, che aveva bisogno dell’appoggio del 75% degli investitori di tutte le asset class emesse, era molto ambizioso. Ora che è fallito, il problema principale rimane: bisogna emettere nuove obbligazioni sul mercato nazionale, in modo da trovare i soldi con cui ripagare gli investitori esteri, e fare in modo che la società continui a sopravvivere di giorno in giorno.

La situazione è molto diversa sul mercato nazionale, dove invece concedere dilazioni sui debiti è la norma. Nel caso degli investitori cinesi, evitare il default dell’emittente è quasi sempre la prima priorità; poco importa se per farlo bisogna accettare dilazioni di pagamento di 4 anni, come nel recente caso del bond da oltre mezzo miliardo di dollari di Country Garden. Ecco perché Evergrande ha seriamente bisogno di risolvere l’investigazione in corso il prima possibile, e tornare a potersi finanziare sul mercato dei bond cinesi per ripagare gli investitori internazionali.

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