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Consumi ancora su negli USA. Crescono quotazioni soft landing

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Nessun rallentamento dai consumi negli Stati Uniti, che invece aumentano mese su mese dello 0,7%, più del doppio rispetto al consenso degli analisti. Il segnale è chiaro – e con ogni probabilità lo sarà anche per Federal Reserve: l’economia USA sembra essere più resiliente di quanto ci si immaginasse e questo potrebbe offrire sponda, in caso di necessità, anche a ulteriori manovre restrittive da parte dalle banca centrale. Non è il rialzo a sorprendere, dato che era stato correttamente previsto dagli analisti, ma piuttosto le proporzioni dello stesso.

Il report sui dati di settembre conferma un’economia forte più del previsto e più di quanto ci si sarebbe potuti immaginare quasi al termine di un ciclo di rialzo dei tassi che avrebbe dovuto, a questo punto, già produrre effetti significativi sull’economia. I più ottimisti vedono in questi dati, in combinazione con altri, le maggiori possibilità di un soft landing, un atterraggio morbido dell’economia USA, senza che al ciclo di contrazione monetaria si palesi una recessione.

Dati ancora sorprendenti

Dati dei consumi ancora forti: non raccontano però tutta la storia

Il dato è certamente positivo, almeno per l’economia degli Stati Uniti. I consumi continuano a crescere anche rispetto a un agosto che si era mostrato più che pimpante. Il dato riporta una crescita dello 0,7%, mentre le previsioni più ottimistiche hanno indicato un valore possibile tra lo 0,3% e lo 0,4%. Siamo dunque al doppio di quanto preventivato dagli analisti, segno di un’economia la cui resilienza continua a stupire anche gli addetti ai lavori.

Questo nonostante si sia fatta registrare una forte contrazione del credito e nonostante l’inflazione continui a erodere potere d’acquisto in particolare tra la classe media e quella con minori disponibilità economica. È stato inoltre sconfitto lo spauracchio della ripartenza del pagamento dei debiti studenteschi, che in molti avevano ritenuto essere ulteriore canale di contrazione per l’economia USA. Non tutti i consumi però sono uguali: mentre il grosso dei comparti continua a far registrare consumi in crescita, rimangono indietro tanto la spesa per l’abbigliamento quanto quella per gli accessori sportivi, con dati che saranno da interpretarsi alla luce di analisi più approfondite.

La situazione, nonostante le sirene catastrofiste, rimane almeno sulla carta più che buona. Ci si aspetta però dai prossimi mesi un forte rallentamento dei consumi, che però non si palesa ancora e che non sta ancora mandando avvisaglie sotto la forma dei principali indicatori economici.

Indietro abbigliamento e elettronica

Problemi anche per il settore dell’elettronica

Dagli elettrodomestici all’elettronica più pura, insieme all’abbigliamento è qui che troviamo il settore maggiormente in crisi, o forse quello che sta segnalando in anticipo un rallentamento che tutti o quasi si aspettano.

Per quanto CEO e analisti delle principali banche d’affari abbiano già commentato con toni relativamente entusiastici la situazione, gli analisti fanno correttamente notare che si potrebbe essere al picco della crescita dei consumi, con i fattori indicati sopra – accesso al credito e prestiti legati allo studio – che presto potrebbero presentare un conto piuttosto salato.

La discussione è interessante anche perché è da qui che si cercherà disperatamente di leggere qualche segnale sul soft landing: in pochi fino a qualche settimana fa credevano che fosse possibile, con il fronte degli ottimisti che però continua a crescere, forte anche di questi dati.

La situazione complessiva è certamente anomala e i mercati prezzano in modo sempre più deciso un’altra hawkish pause per i tassi, ovvero un altro turno di stop ai rialzi. Il sospetto è che – se l’inflazione dovesse confermare un ritorno su numeri più miti – si possa dichiarare questa guerra economica vinta, o comunque non più preoccupante. Questo almeno negli Stati Uniti, dove le condizioni sono – lo ricordiamo – ben più agevoli che in Europa e anche in Cina.

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